Fabrizio Galimberti, Il sole 24 ore 3/4/2009, 3 aprile 2009
SWAP IN PERDITA PER 700 MILIONI NEL 2007-2008
Una commissione secca dell’1% su base annua. questo il costo per le banche che parteciperanno allo scambio con il Tesoro per ottenere speciali titoli di Stato da utilizzare esclusivamente come garanzia collaterale per reperire la liquidità, a condizioni più convenienti, tramite tre canali: i finanziamenti della Banca centrale europea, il nuovo circuito del mercato interbancario collateralizzato "Mic" avviato dalla Banca d’Italia nei mesi scorsi e i prestiti tra banche.
Lo swap Tesoro-banche, che prenderà il via domani con l’invio delle prime richieste di partecipazione da parte del sistema bancario, è stato una delle prime operazioni approvate da Bruxelles nell’ambito degli interventi pubblici di sostegno alle banche, varati lo scorso autunno per risolvere il problema del reperimento della liquidità ed evitare la stretta sul credito. Questo swap consente infatti alle banche con rating più basso di quello dello Stato, o con un portafoglio di titoli di Stato non adeguato, di ottenere liquidità a un costo più contenuto presso la Bce, il circuito interbancario dell’e-Mid o con controparti bancarie.
Il meccanismo è semplice e, come hanno spiegato ieri fonti vicine a via Venti Settembre, si ispira al modello del vecchio BTE (Buono del Tesoro in Ecu) che veniva emesso alla pari e che modificava solo il tasso. Nello swap con le banche, infatti, il Tesoro emetterà speciali titoli di Stato – che non andranno in circolazione e non saranno acquistabili dal risparmiatore – con il nome di Certificati di scambio del Tesoro (CST): avranno tutti la stessa data di scadenza, 30 giugno 2010, ma la data di emissione cambierà perché dipenderà dalla richiesta delle banche che potrà essere inoltrata ogni martedì e giovedì fino al 31 dicembre 2009. Nel momento in cui il Tesoro avrà fissato le condizioni di questi speciali titoli in base alle singole richieste delle banche (importo, data di emissione, cedola in base all’andamento del mercato, prezzo alla pari e scadenza 30 giugno 2010), le banche controparti dello swap (italiane o estere residenti in Italia) emetteranno a loro volta speciali obbligazioni (Certificati di deposito) da consegnare al Mef, recanti le stesse condizioni dei Certificati CST del Tesoro ottenuti con lo scambio. I titoli scambiati, insomma, dovranno essere identici. Il costo dell’operazione non viene stabilito tramite sconto ma con l’applicazione di una commissione uguale per tutti, dell’1% su base annua: la stessa applicata dalla Banca d’Italia in un simile swap aperto alle banche fino a 40 miliardi di euro, questa volta però su titoli di Stato e obbligazioni bancarie in circolazione.
Il modulo che deve essere compilato dalle banche per entrare nello swap con il Tesoro può essere usato anche per ottenere la garanzia pubblica sulle obbligazioni bancarie a medio termine e per le operazioni di pronti contro termine con la clientela istituzionale (questa ultima a un costo stabilito da Bruxelles e omogeneo in Europa dello 0,50%).