Michela Marra, Avvenire 3/4/2009, 3 aprile 2009
GIOCO, IL DEMONE E’ ONLINE: SEDOTTI SEMPRE PIU’ GIOVANI
Scommettono sempre più spesso la ’paghetta’ o i pochi risparmi: il gioco d’azzardo fra i giovani sta diventando un’epidemia. Dal poker on line alle scommesse sportive su Internet, dalle slot machine al ’gratta e vinci’, i numeri parlano chiaro: il 10% dei giovani italiani tra i 10 e i 19 anni è un giocatore accanito, ovvero scommette almeno quattro volte a settimana e per più di tre ore. quanto emerge da una ricerca del 2008 condotta, in sette regioni, dal Conagga, il Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo.
«Se incrociamo anche il dato di coloro che a questa alta frequenza aggiungono la dichiarazione di cimentarsi in almeno tre giochi – afferma Matteo Iori, presidente del Conagga – scopriamo che il 3,6% dei giovanissimi ha tutte le probabilità di avere i prodromi della dipendenza ». Ad aggravare il quadro le cifre diffuse martedì: 180 milioni di euro in puntate nei poker virtuali nel solo mese di marzo. « un dato preoccupante – sostiene Antonio Affinita del Moige, Movimento Italiano Genitori ”. Il gioco d’azzardo ha ormai preso piede in Italia (dove le scommesse sportive sono aumentate, in un anno, del 50,7%, ndr) e coinvolge in misura crescente soprattutto i più giovani». Otto minorenni su dieci dichiarano di scommettere di tanto in tanto, ma chi si espone al rischio di dipendenza presenta sintomi ben precisi: giocate compulsive, isolamento sociale e aggressività, con pericolose conseguenze anche a livello economico sia personale sia familiare. E giocare, poi, non è così difficile: se una volta si doveva frequentare una sala bingo, adesso lo si può fare seduti comodamente a casa. Basta un semplice clic.
Dal settembre 2008, infatti, il gioco d’azzardo on line non è più un reato. In teoria, per gli under 18 vige il divieto assoluto di registrarsi e di puntare, ma è davvero possibile controllare chi c’è davanti al computer? «No – risponde Affinita – non esistono strumenti che permettono di inibire con successo il gioco d’azzardo sulla Rete. Al momento, possiamo prevenire questa falla in due modi: da una parte, installando sul computer dei nostri figli adeguati sistemi di filtro e di controllo parentale; dall’altra, puntando sull’educazione e spiegando loro quanto sia pericoloso cadere nella trappola dell’azzardo, ora forse più subdolo grazie alla nuova veste virtuale». «Per questo – conclude il rappresentante del Moige – è necessaria un’attenzione maggiore dei Monopoli di Stato che, con adeguati strumenti normativi, devono impedire ai minori l’accesso a certi siti».
«I Monopoli hanno già provveduto a stabilire delle regole – ribatte Maurizio Cimarelli dell’Aams, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ”. Oggi per scommettere è necessario registrarsi inserendo il proprio codice fiscale, la carta d’identità e il numero della carta di credito. Inoltre, è obbligatorio aprire un conto on line dal quale prelevare, di volta in volta, i soldi necessari ». Per i siti autorizzati dall’Aams, insomma, il problema non sussiste: una serie di procedure rende perfettamente riconoscibile l’identità del giocatore. Non si può dire lo stesso, però, per tutti quei giochi on line che proliferano nella Rete senza aver avuto l’autorizzazione dai Monopoli e che quindi sfuggono alle regole imposte dallo Stato.
«L’Aams monitora costantemente Internet per dare la caccia a questi siti clandestini – continua Cimarelli ”. Solo nel mese di marzo sono stati più di 1500 quelli ’inibiti’, ovvero quelli che, una volta scovati, sono stati rimossi. Ma non è facile ottenere dei risultati duraturi perché i gestori dei giochi on line cambiano continuamente dominio (l’indirizzo del sito sulla Rete)». «Anche per questo motivo – conclude – non possiamo pensare di risolvere la questione entro i confini nazionali: sono necessarie strategie a livello transfrontaliero (vedi box sotto)».
Grazie alle scommesse, però, nelle tasche dello Stato finiscono cifre non irrilevanti: quasi 8 sono i miliardi incassati l’anno scorso, il 10% in più rispetto al 2007. «Sono soldi che vengono reinvestiti in servizi e in progetti a beneficio del cittadino – fanno sapere dall’Aams – e che educano al gioco responsabile».
Non ne è convinto Rolando De Luca, psicoterapeuta di A.GIT.A., l’associazione degli ex giocatori d’azzardo e delle loro famiglie. «Lo Stato – sostiene – finora ha soprattutto speculato sul fenomeno: ha dato il via libera alle slot machine (sono più di 220mila le macchinette in Italia), ha aumentato il numero di estrazioni del lotto (tre volte a settimana) e, per finire, ha aperto la nuova autostrada virtuale che ha portato l’azzardo nelle case».
E proprio i ragazzi sembrano essere il target prediletto «di quei messaggi in tv, sulla Rete o lungo le strade che incitano al gioco e che sono basati sulla possibilità di vincere somme stratosferiche affidandosi solo al caso», afferma Riccardo Zerbetto di Alea, l’associazione per lo studio dei giochi d’azzardo.
Se, in genere, «vincere denaro» è ciò che spinge le persone adulte a scommettere, il motivo principale per i giovani è «passare il tempo». Riveste quindi un ruolo importante la famiglia «che non deve limitarsi a sorvegliare – conclude Zerbetto ”, ma deve far capire al ragazzo che è meglio investire il tempo in qualcosa di più produttivo. Perché in gioco non sono soltanto i soldi, ma soprattutto il proprio futuro e la propria serenità».