Roberta Ronconi, Liberazione 2/4/2009, 2 aprile 2009
IN CARCERE, BALLANDO E CANTANDO I VANGELI SECONDO DAVIDE FERRARIO
«Quando sento pronunciare la parola "sceneggiatura" io mi metto la mano alla pistola». Scherza, Davide Ferrario. Scherza, ma mica tanto. Il suo Tutta colpa di Giuda (in sala dal 10 aprile, per la Warner Italia) di scrittura narrativa infatti non ha alcun segno. Ferrario del resto da sempre teorizza un cinema molto autoriale, fatto di improvvisazioni, osservazione soggettiva della realtà, montaggio e musica. Sceneggiatura, poco o nulla. Del resto, questo suo ultimo lavoro, una scrittura rigida l’avrebbe digerita anche male. Tutta colpa di Giuda è infatti interamente girato nel carcere le Molinette di Torino, con interpreti quasi esclusivamente carcerati. Il canovaccio è semplice. Irena (Kasia Smutniak), giovane regista d’avanguardia, è invitata dal prete del carcere (Gianluca Gobbi) a mettere su uno spettacolo teatrale con i detenuti della sesta sezione, quella dei reati minori, magari una bella rappresentazione di "passione pasquale". Tra l’iniziale scetticismo degli ospiti della casa circondariale, gli inviti del giovane direttore (Fabio Troiano) a non «esagerare», l’ostilità delle guardie, Irena riuscirà nella "disperata" impresa con soluzioni anche originali.
Un film sulla vita in carcere? «No, non è un film sul carcere, ma nel carcere», sottolinea subito Ferrario, che alla fisicità dei luoghi crede molto (come dimostra il suo Dopo mezzanotte dedicato alla Mole antonelliana. Stessa, infatti, anche la squadra tecnica). «Il tema semmai, è una riflessione sulla religione», di cui la rappresentazione pasquale è principale spunto. Gesù era buono di natura o per mandato? Giuda era un infame o uno costretto a fare da "spalla"? La sofferenza, l’espiazione, il dolore, sono proprio necessari alla vita dell’esssere umano? «E’ chiaro che sono queste le domande del sottotesto. Quelle che metto in bocca agli attori di mestiere che lavorano nel film. E del resto - spiega Ferrario - quale miglior luogo di un carcere per riflettere sul peccato, la pena e il dolore?». Gesù poi, è proprio come ce lo descrive l’iconografia cattolica? «Noi italiani siamo in grande maggioranza cristiani. Ma quanti di noi hanno realmente letto i Vangeli?». In due, tra i giornalisti, alzano la mano. «Ecco appunto. Anch’io li ho letti ora, per prepararmi a questo lavoro. E l’immagine di Cristo che ne viene fuori è di un uomo pieno di contraddizioni, con il terribile compito affidatogli dal padre di salvare il mondo e fare il bene a tutti i costi. Uno che non si rilassa mai, che sta spesso arrabbiato. Un giorno, mentre finalmente si prende una pausa e si lascia lavare i capelli con dell’olio profumato da una donna arrivano gli apostoli e lo redarguiscono per uno spreco così evidente. Lui si fa girare le scatole, li minaccia di non salvarli e Giuda, per tutta risposta, prende e lo va a denunciare».
Davide Ferrario ha un rapporto di lunga data con i luoghi carcerari. Rapporto iniziato casualmente nove anni fa, quando tenne un brevissimo corso di regia a San Vittore, e proseguito poi negli anni. «Il carcere di solito è rappresentato come terreno di conflitti, di buoni e cattivi, di guardie e ladri - racconta ancora Ferrario -. Invece è un luogo di mediazione, dove ciascuno tenta di stabilire relazioni per quanto possibile. Nel carcere di Torino dove abbiamo girato ci sono 1600 detenuti invece di 900, circa 800 agenti più il personale medico, amministrativo e via dicendo. Una piccola città molto affollata». E ad affollarla «sono persone che, a prescindere dalle posizioni che ricoprono, spesso vengono dagli stessi contesti sociali».
Oltre al carcere e al Vangelo, ultima grande protagonista di Tutta colpa di Giuda è la musica. Anche se non è esattamente un musical («gli attori non si fermano all’improvviso e cantano»), il film ha un’importante presenza di musica-canto-ballo (testi ed esecuzioni dei Marlene Kuntz, qui anche attori). Da venerdì 3 aprile, in vendita il nuovo album di Cecco Signa Colpa di Giuda (Sugar), riedizione dell’album Togamagoga con l’aggiunta degli inediti Alchimista e Tutta colpa di Giuda scritta dal musicista assieme a Davide Ferrario.