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 2009  aprile 01 Mercoledì calendario

CASA, AMPLIAMENTO DEL 20% C’E’ L’ACCORDO CON LE REGIONI


Accordo fatto tra governo e Regioni sul piano per rilanciare l’edilizia. «L’intesa c’è, è da definire la forma», ha detto il ministro degli Affari regionali Fitto facendo la spola tra il suo dicastero e Palazzo Grazioli. Le linee sono comunque chiare, a parte qualche limatura dell’ultimissima ora. Gli ampliamenti di cubatura del 20% potranno riguardare case mono o bi-familiari, comunque con una superficie non superiore a 1.000 metri cubi, esclusi i centri storici; per gli edifici da demolire e ricostruire è confermato l’incremento del 35 per cento, condizionato al risparmio energetico. La giornata era iniziata sotto il segno dell’unità delle Regioni: dai presidenti di centro-destra e di centro-sinistra era arrivato il via libera.
Accordo fatto tra governo e Regioni sul piano per rilanciare l’edilizia. Nonostante alcune schermaglie verbali, cui ha preso parte lo stesso presidente del Consiglio, l’intesa è stata raggiunta a tarda sera. E ogg l’accordo sarà ufficializzato in Conferenza unificata (cui partecipano esecutivo ed enti locali) e poi portato in Consiglio dei ministri. «L’accordo c’è, è positivo nel rispetto delle competenze delle Regioni: questo piano può dare una grande prospettiva al nostro Paese», ha commentato il ministro degli Affari regionali Fitto.
Le linee del piano sono chiare, a parte qualche limatura dell’ultimissima ora. Gli ampliamenti di cubatura del 20 potranno riguardare caso mono o bi-familiari, comunque con una superficie non superiore a 1000 metri cubi, esclusi i centri storici; per gli edifici da demolire e ricostruire è confermato l’incremento del 35 per cento, condizionato al risparmio energetico. Saranno specifiche leggi regionali, entro 90 giorni, a dettare le norme di dettaglio.
La giornata era iniziata sotto il segno dell’unità delle Regioni: dai presidenti di centro-destra e di centro-sinistra era arrivato il via libera a un testo comune, che teneva conto anche di quanto emerso al tavolo tecnico con il governo.
Poi sono arrivate le parole del premier, che ha tirato in ballo la riforma costituzionale del 2001: «Non è colpa mia - ha detto - se la sinistra, con quattro voti di maggioranza, ha cambiato il titolo quinto della Costituzione e ora lo Stato non ha questa materia di competenza esclusiva». Berlusconi ha poi aggiunto, a proposito del piano casa, «le nostre Regioni sono d’accordo, se quelle di sinistra non lo saranno, non lo faranno».
Questo discorso non è piaciuto a Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna che guida la conferenza delle Regioni. Errani ha definito «incomprensibili» le parole del premier, di fronte all’unanimità con cui era stata approvata la proposta regionale. Ancora una volta è toccato al ministro Fitto il ruolo di pompiere: dopo un colloquio a Palazzo Grazioli, ha fatto sapere che il presidente del Consiglio apprezza il lavoro fatto fin qui, ed esorta a proseguire.
Così in serata è tornata a riunirsi la conferenza delle Regioni, con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione definitiva. Le ultime incertezze riguardavano il ricorso allo strumento del decreto legge per le norme di competenza statale (dovrebbe essere approvato al più entro dieci giorni) e la divisione delle competenze tra Stato e Regioni in materia di autorizzazioni ambientali e paesaggistiche. L’elemento di certezza e di celerità, cui il governo non intende rinunciare, è dato comunque dall’impegno delle Regioni a varare i propri provvedimenti entro 90 giorni. Nel caso ciò non succedesse, il governo potrà sostituirsi all’ente locale, nominando un commissario.
Le leggi regionali regolamenteranno i due tipi di operazioni già delineate, che saranno possibili in un arco temporale di 18 mesi. Da una parte l’ampliamento di cubatura entro il limite del 20 per cento per singole unità immobiliari, edifici uni o bifamiliari o comunque al di sotto della soglia dei 1000 metri cubi (dunque piccole palazzine). Dall’altra interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con incremento volumetrico del 35 per cento, finalizzati al miglioramento della qualità architettonica e alla riduzione dei consumi energetici. In entrambi i casi sono comunque esclusi gli immobili non residenziali, quelli abusivi, i centri storici e le aree di inedificabilità assoluta. Saranno poi introdotte forme semplificate e rapide di autorizzazione. Le Regioni potranno specificare ulteriori vincoli e incentivi.
Lo Stato contribuirà alla semplificazione introducendo tempi certi per autorizzazioni e permessi vari, e lo snellimento delle procedure di valutazione ambientale. Non è prevista la possibilità di cambiamento di destinazione d’uso, o di cessione del diritto all’ampliamento.
Infine le Regioni chiedono che il maggior gettito Iva derivante da questo piano sia destinato a Regioni e Comuni, per potenziare l’edilizia residenziale. «Sarebbe uno strumento per un ulteriore rilancio dell’economia ed una soluzione ad un problema sociale particolarmente sentito nel Paese» ha detto Romano Colozzi, assessore al Bilancio della Lombardia e coordinatore della Conferenza per gli affari finanziari. Non ci saranno risorse aggiuntive pr l’edilizia popoalre, ma solo un «impegno» del governo a riguardo.