Wall Street Journal, 3 aprile 2009, 3 aprile 2009
La crisi costringe Hollywood a dire no alle sue stelle. Per anni i più grandi attori venivano pagati con una percentuale (a volte fino al 20%) degli incassi del film al cinema
La crisi costringe Hollywood a dire no alle sue stelle. Per anni i più grandi attori venivano pagati con una percentuale (a volte fino al 20%) degli incassi del film al cinema. Con questo sistema alcuni di loro guadagnavano anche 20 milioni per un solo film. Eddy Murphy ha preso poco meno di un quinto degli 11,8 milioni di dollari incassati in Usa da ”Meet Dave”, anche se il film è stato un flop, dato che alla Twentieth Century Fox era costato 70 milioni. Adesso gli studios adottano un nuovo sistema di compensi: gli attori continuano a prendere una porzione degli incassi, ma solo dopo che la casa produttrice e gli altri finanziatori sono rientrati dai costi. Hanno accettato questi contratti Steve Carrell per ”Dinnre for Schmucks”, Harrison Ford per ”Morning Glory”. Jim Carrey ha accettato una scommessa rischiosa per ”Yes Man”, uscito a dicembre: ha rinunciato alla quota degli incassi per avere un sostanzioso pagamento dopo il rimborso dei produttori, che includeva anche il possesso del 33% del film. In questo modo Carrey ha incassato 35 milioni (il film è stato un successo, ma non ha sfondato), 5 in più di quelli che avrebbe potuto ottenere con le vecchie modalità di pagamento.