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 2009  aprile 01 Mercoledì calendario

SERGIO ROMANO

Corriere della Sera, mercoledì 1 aprile
Ho appena letto un discorso che il parlamentare olandese Geert Wilders ha fatto a New York qualche tempo fa. Wilders parla di città europee come Amsterdam, Marsiglia e Malmö in Svezia dove oggigiorno il 25% della popolazione è di religione musulmana. Wilders afferma che i musulmani oggi in Europa sono 54 milioni e cita uno studio dell’Università di San Diego che afferma che nel 2020 un quarto della popolazione europea sarà di religione musulmana. Questo mi ha fatto ricordare le previsioni apocalittiche di Oriana Fallaci nei due libri che scrisse prima della morte.
So che in un libro del 2007 lei ha parlato del «furore anti islamico» della Fallaci.
A quasi tre anni dalla sua morte, come rivede la figura della Fallaci e pensa che i futuri apocalittici descritti dalla giornalista e da Geert Wilders siano impossibili?
Franca Arena
Sydney (Australia)

Cara Signora,
Geert Wilders è un gio­vanotto olandese mol­to biondo (forse trop­po) che ha fondato il Partito per la libertà e ha realizzato qualche tempo fa un virulen­to libello cinematografico di 17 minuti contro l’Islam inti­tolato «Fitna» (in arabo: liti­gio, contrapposizione, guerra civile) che ha provocato in­fuocati dibattiti. Il discorso di cui lei parla fu pronunciato il 25 settembre 2008 all’albergo Four Seasons di New York nel quadro di un’iniziativa promossa dall’Istituto Hud­son. Come lei ricorda nella sua lettera, Wilders ha dipin­to un quadro apocalittico del­l’Europa d’oggi. Siamo invasi da una popolazione non assi­milabile che sta estendendo gradualmente la sua influen­za e dettando le regole della nostra vita civile. Nelle no­stre strade vi sono uomini che la fanno da padroni trat­tando le loro mogli come schiave e le nostre come pro­stitute. Stiamo perdendo il sentimento della nostra iden­tità culturale e siamo ormai alle soglie dell’islamizzazio­ne. La classe politica che ci go­verna dà prova di una colpe­vole cedevolezza.
La situazione demografica è ancora più catastrofica. Se­condo Wilders, vi sono città in cui la maggioranza della popolazione al di sotto dei 18 anni è musulmana. Un numero di ebrei senza prece­denti fugge dalla Francia di fronte alla peggiore ondata di antisemitismo dopo la Se­conda guerra mondiale. inutile sperare che i 54 milio­ni di musulmani europei (sic) acquisiscano i nostri co­stumi e valori. Sono creden­ti di una religione fanatica e intollerante, lettori di un li­bro sacro che non consente interpretazioni.
Nella tesi di Wilders non vi sono soltanto evidenti e gros­solane esagerazioni. Vi sono anche una profonda ignoran­za della storia musulmana e un forte pregiudizio razziale. Supporre che l’Islam moder­no conservi intatte le caratte­ristiche della società in cui nacque e si sviluppò, nel setti­mo secolo dopo Cristo, è una forma di razzismo.
Anche Oriana Fallaci scris­se articoli infuocati contro l’Islam e cedette talvolta alla tentazione di utilizzare argo­menti emotivi. Ma vi sono fra lei e Wilders due impor­tanti differenze. In primo luogo Fallaci è una scrittrice di grande talento, compara­bile per certi aspetti a Louis-Ferdinand Céline: uno scrittore di cui condan­niamo l’antisemitismo e am­miriamo la straordinaria for­za creativa. In secondo luo­go Fallaci era un’artista, non un politico, e parlava per i suoi lettori, non per i suoi elettori. Wilders ha un parti­to e ci dice con i suoi discor­si ciò che farebbe se prendes­se il potere. probabilmente questa la ragione per cui le autorità britanniche non gli hanno permesso di uscire dall’aeroporto di Londra.
Sergio Romano