Paolo Foschini, Corriere della Sera 1/4/2009, pagina 19, 1 aprile 2009
Mario Chiesa. Dalle accuse della prima moglie agli affari con la cognata Corriere della Sera, mercoledì 1 aprile E chi lo dice, solo perché uno viene riarrestato dopo diciassette anni, che bisogna per forza tirar fuori il ritornello sul lupo che non perde il vizio? Si può cambiare eccome
Mario Chiesa. Dalle accuse della prima moglie agli affari con la cognata Corriere della Sera, mercoledì 1 aprile E chi lo dice, solo perché uno viene riarrestato dopo diciassette anni, che bisogna per forza tirar fuori il ritornello sul lupo che non perde il vizio? Si può cambiare eccome. Genere di donna, per esempio. La prima moglie di Mario Chiesa, nel ”92, lo odiò a tal punto da consegnare al pool Mani Pulite le chiavi dei suoi conti svizzeri e rovinarlo del tutto: quella di oggi, accanto a lui da anni, gli ha messo a disposizione addirittura la propria sorella quale amministratrice della società che lo ha inguaiato. E poi la fede: «Uomini di Cl» come «Formigoni e Intiglietta», ebbe a dire tempo fa, «mi hanno cambiato la vita facendomi conoscere Dio». Anche se il governatore lombardo, su questo punto, è in realtà categorico: «Mario Chiesa? Mai incontrato». Ma su certe cose, soprattutto, si migliora e magari si impara: la cooperativa, sempre ciellina, in cui lavorando scontò la sua condanna di «mariuolo » tangentista rivelò un Mario Chiesa «straordinario manager – come ricorda oggi il direttore Lorenzo Crosta – nel ramo del trattamento ecologico rifiuti». Lo stesso settore, dettagli a parte, che lo ora l’ha ricondotto in carcere. Vedi a volte il destino. Eppure sembrava un passato lontanissimo, quello là. Il giovane soprannominato «il Kennedy di Quarto Oggiaro», la carriera rampante nel Psi, il matrimonio con la bellissima Laura Sala da cui avrà un figlio ma dalla quale si separerà, in un modo che burrascoso è dir poco, proprio alla vigilia del suo arresto per la famosa mazzetta del Trivulzio. Quando lei gli chiede un ritocco dell’assegno di mantenimento lui esibisce un «740» da 72 milioni annui dicendole «non ho molto da darti»: grave errore. Laura risponde «ah sì?» e chiede a Di Pietro di andarci Lorenzo Crosta, direttore della cooperativa di Cl dove scontò la condanna lavorando: «Era uno straordinario manager nei rifiuti» lui, a prendere quei 12 miliardi accumulati dal(l’ex) marito all’estero. Per finire di far fronte a quel divorzio, oltre che per mettere insieme i sei miliardi e mezzo di risarcimento appioppatigli sulle tangenti, Chiesa deve vendere tutte le sue case: a cominciare da quella milanese, in via Monterosa, in cui aveva trascorso sette mesi di arresti domiciliari. Ancora nel ”94 però era riuscito a salvare almeno la villa sul Lago d’Orta, dove nel frattempo aveva trovato una nuova compagna – Rosa Errico, sua seconda moglie tuttora – con cui dividere vacanze, un secondo figlio, e ricostruzione di una vita. Infatti, in attesa della sentenza definitiva, lavora come «consulente» per una società svizzera. Poi la sentenza arriva e lui la sconta tutta, 5 anni e 4 mesi: due anni condonati per legge, 45 giorni di carcere effettivo più i domiciliari già fatti durante l’inchiesta, il resto con la cooperativa «Solidarietà» in affidamento ai servizi sociali. Dopodiché, in tutti questi anni, Mario Chiesa fa soprattutto una cosa: tace. Ma si muove. «Cl è stata la mi salvezza», dirà in una delle rare interviste rilasciate a pena espiata: «Un importante politico che non nomino mi portò i libri di don Giussani» e «sono stati solo alcuni amici di Cl a permettermi di mangiare». Fa dei nomi: tra gli altri appunto «Formigoni, Intiglietta». «Mai incontrato », ripete il primo. «Non lo vedo da dodici anni», dice il secondo. Crosta invece, il direttore di «Solidarietà», se lo ricorda benissimo: «E come una brava persona. Fu lui a organizzare per noi il progetto Ecosol, per la rigenerazione ecologica delle cartucce di toner usate. E lui anche a darci una mano nel diffondere i cassonetti per la raccolta dei vestiti usati. Mi dispiace che ora sia di nuovo in un guaio». Guaio che è siglato Sem, «Servizi ecologici Milano»: società di cui è amministratrice sua cognata Anna, totalmente estranea all’inchiesta così come sua moglie Rosa, e in cui ha una piccola partecipazione anche il figlio di Laura, ormai uomo fatto. Ma anche questa volta, secondo gli investigatori, quello che si è sporcato le mani è solo lui: Mario Chiesa, da ieri di nuovo in prigione. Paolo Foschini