Giovanna Maria Fagnani, Corriere della Sera 2/4/2009, pagina 25, 2 aprile 2009
Milano accoglie i randagi siciliani del branco killer Corriere della Sera, giovedì 2 aprile Milano
Milano accoglie i randagi siciliani del branco killer Corriere della Sera, giovedì 2 aprile Milano. Avevano il destino segnato. Una vita di stenti, e poi con un colpo di fucile o magari con del cibo avvelenato li avrebbero ammazzati. Difficile ipotizzare che sarebbe andata diversamente. Ipotesi, comunque: se fino a ieri vagavano sul lungomare di Modica e Scicli, proprio come il branco di randagi che ha ucciso Giuseppe Brafa, di dieci anni, oggi i quattordici cani randagi saranno a Milano. Arriveranno attorno alle 11.30 all’aeroporto di Linate, accompagnati dai volontari dell’Oipa, l’organizzazione internazionale di protezione degli animali che li ha raccolti sul lungomare della Sicilia. Tra i cani c’è anche Jerry, diventato simbolo dei randagi: è stato salvato proprio nel giorno in cui la Procura della Repubblica di Modica aveva autorizzato i carabinieri al loro abbattimento, dopo una nuova l’aggressione che aveva portato in fin di vita una turista tedesca di 24 anni. Nel gruppo dei cani ci sono dieci cuccioli, tra cui quattro che erano stati gettati in un cassonetto. Dopo lo sbarco, gli animali resteranno «in quarantena» al canile di Paullo, in provincia di Milano, come prevede la normativa sanitaria. Dopodiché, le famiglie adottive potranno portarli a casa. I cani che hanno ucciso il piccolo Giuseppe resteranno invece sotto sequestro al canile della cooperativa «Maia» a Chiaramonte e al «Dog Professional » di Ragusa. Sono strutture, queste, alle quali si appoggiava lo stesso Comune di Modica per il ricovero dei randagi. «Poi però non li pagava, tanto che adesso deve 140 mila euro al primo e 250 mila al secondo, ed ecco perché le strutture da anni rifiutavano di accoglierli – dice Valentina Raffa, dell’Oipa ”. La morte di Giuseppe poteva essere evitata se i Comuni avessero lavorato per sterilizzare i cani e cercare di toglierli dalla strada costruendo nuovi canili. Invece – ha aggiunto – i fondi stanziati dal ministero della Salute non sono stati mai richiesti». Il branco dei killer del piccolo era composto da animali di terza generazione, totalmente inselvatichiti. Oggi la situazione a Modica e a Scicli sta – lentamente – tornando sotto controllo. Molti cani sono stati catturati, ma a detta dell’associazione decine di altri animali sono stati avvelenati o impallinati. Intanto, branchi di randagi stanno invadendo anche i dintorni di Napoli. E allora, per evitare nuove tragedie, un modello cui affidarsi c’è oppure no? «Un ottimo modello è il canile comunale di Milano – dice Massimo Comparotto, che dell’Oipa è presidente ”. Lì i cani sono accuditi, in attesa di essere adottati. E le razze più impegnative da gestire, come i pitbull o i rottweiler non sono affidate a chiunque: gli aspiranti padroni sono sottoposti a un colloquio psicologico». Controlli, insomma. I controlli mancati in Sicilia. Dove, nell’inchiesta sulla morte del bimbo, sono entrati anche due veterinari dell’Asl 7 di Ragusa, Roberto Turlà ed Antonino Avola. Il pm Maria Letizia Mocciaro ha firmato gli avvisi di garanzia nei loro confronti. I nomi dei veterinari si aggiungono a quello di Virgilio Giglio, proprietario dell’immobile dove erano custoditi i cani killer. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di omicidio. Giovanna Maria Fagnani