Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 02 Giovedì calendario

Milano accoglie i randagi siciliani del branco killer Corriere della Sera, giovedì 2 aprile Milano

Milano accoglie i randagi siciliani del branco killer Corriere della Sera, giovedì 2 aprile Milano. Avevano il desti­no segnato. Una vita di stenti, e poi con un colpo di fucile o ma­gari con del cibo avvelenato li avrebbero ammazzati. Difficile ipotizzare che sarebbe andata diversamente. Ipotesi, comun­que: se fino a ieri vagavano sul lungomare di Modica e Scicli, proprio come il branco di ran­dagi che ha ucciso Giuseppe Brafa, di dieci anni, oggi i quat­tordici cani randagi saranno a Milano. Arriveranno attorno al­le 11.30 all’aeroporto di Linate, accompagnati dai volontari del­l’Oipa, l’organizzazione interna­zionale di protezione degli ani­mali che li ha raccolti sul lungo­mare della Sicilia. Tra i cani c’è anche Jerry, di­ventato simbolo dei randagi: è stato salvato proprio nel gior­no in cui la Procura della Re­pubblica di Modica aveva auto­rizzato i carabinieri al loro ab­battimento, dopo una nuova l’aggressione che aveva porta­to in fin di vita una turista tede­sca di 24 anni. Nel gruppo dei cani ci sono dieci cuccioli, tra cui quattro che erano stati get­tati in un cassonetto. Dopo lo sbarco, gli animali resteranno «in quarantena» al canile di Paullo, in provincia di Milano, come prevede la nor­mativa sanitaria. Dopodiché, le famiglie adottive potranno por­tarli a casa. I cani che hanno uc­ciso il piccolo Giuseppe reste­ranno invece sotto seque­stro al canile della coo­perativa «Maia» a Chiaramonte e al «Dog Professio­nal » di Ragusa. Sono struttu­re, queste, alle quali si appog­giava lo stesso Comune di Mo­dica per il ricove­ro dei randagi. «Poi però non li pagava, tanto che adesso deve 140 mi­la euro al primo e 250 mila al secondo, ed ec­co perché le strutture da anni rifiutavano di accoglier­li – dice Valentina Raffa, del­l’Oipa ”. La morte di Giusep­pe poteva essere evitata se i Co­muni avessero lavorato per ste­rilizzare i cani e cercare di to­glierli dalla strada costruendo nuovi canili. Invece – ha ag­giunto – i fondi stanziati dal ministero della Salute non so­no stati mai richiesti». Il branco dei killer del picco­lo era composto da animali di terza generazione, totalmente inselvatichiti. Oggi la situazio­ne a Modica e a Scicli sta – len­tamente – tornando sotto con­trollo. Molti cani sono stati cat­turati, ma a detta dell’associa­zione decine di altri animali so­no stati avvelenati o impallina­ti. Intanto, branchi di randagi stanno invadendo anche i din­torni di Napoli. E allora, per evitare nuove tragedie, un modello cui affi­darsi c’è oppure no? «Un otti­mo modello è il canile comuna­le di Milano – dice Massimo Comparotto, che dell’Oipa è presidente ”. Lì i cani sono ac­cuditi, in attesa di essere adot­tati. E le razze più impegnative da gestire, come i pitbull o i rot­tweiler non sono affidate a chiunque: gli aspiranti padroni sono sottoposti a un colloquio psicologico». Controlli, insomma. I con­trolli mancati in Sicilia. Dove, nell’inchiesta sulla morte del bimbo, sono entrati anche due veterinari dell’Asl 7 di Ra­gusa, Roberto Turlà ed Anto­nino Avola. Il pm Maria Letizia Mocciaro ha firmato gli avvisi di garan­zia nei loro confronti. I nomi dei veterinari si aggiungono a quello di Virgilio Giglio, pro­prietario dell’immobile dove erano custoditi i cani killer. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di omicidio. Giovanna Maria Fagnani