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 2009  aprile 02 Giovedì calendario

Il premier: il piano casa aiuterà le famiglie Corriere della Sera, giovedì 2 aprile «Costruiremo ca­se per chi non le ha e realizze­remo le new town, le nuove città: vicino a ogni capoluogo saranno edificati nuovi inse­diamenti

Il premier: il piano casa aiuterà le famiglie Corriere della Sera, giovedì 2 aprile «Costruiremo ca­se per chi non le ha e realizze­remo le new town, le nuove città: vicino a ogni capoluogo saranno edificati nuovi inse­diamenti. Questo sarà il vero piano casa»: Silvio Berlusco­ni ha subito rilanciato, dopo aver incassato nella notte fra martedì e ieri l’intesa con le Regioni per i primi interventi per il rilancio dell’edilizia, che lui stesso ha definito «pia­no famiglia». Il sofferto accor­do, ratificato ieri mattina dal­la conferenza Stato-Regioni, prevede che entro dieci gior­ni il governo vari un decreto legge per la semplificazione degli iter amministrativi per il rilascio di nuove licenze. E fisserà la «cornice» normati­va all’interno della quale le Regioni dovranno entro 90 giorni legiferare per proprio conto, altrimenti – ha detto il ministro Raffaele Fitto – «interverrà il governo per de­creto ». Le Regioni hanno dunque mantenuto l’autonomia che avevano rivendicato con for­za nei giorni scorsi. Ma anche il governo esulta: «Saranno mobilitati 60-70 miliardi, so­no soldi che dai risparmi del­le famiglie saranno immessi in circolo nell’economia» ha spiegato Berlusconi a margi­ne del Consiglio dei ministri che ha esaminato l’accordo, aggiungendo che «gli inter­venti di ampliamento riguar­deranno villini mono e bi-fa­miliari e anche le villette a schiera che non riguardano solo i ricchi, ma oltre il 50% delle famiglie italiane». Nel dettaglio, l’intesa autorizza ampliamenti delle cubature fi­no al 20%, con un massimo di incremento di 200 metri cu­bi, «salvo diverse determina­zioni da parte delle Regioni», che possono concedere ulte­riori aumenti. Inoltre la so­glia sale al 35% nei casi di ab­battimento e ricostruzioni. Restano esclusi centri storici e aree protette da vincoli pae­saggistici e ambientali. In ogni caso il decreto del governo «sarà concordato con le Regioni». Alla fine ha dunque prevalso la linea del dialogo, non tanto per le resi­stenze del Pd, ma per il malu­more della Lega che vedeva nello scavalcamento delle Re­gioni un pericoloso attacco al federalismo e al decentramen­to dei poteri. Non sono co­munque mancate le polemi­che. Il leader del Pd, Dario Franceschini, ha dichiarato che «il governo ha fatto tota­le marcia indietro» ritirando di fatto il piano. «Franceschi­ni ha perso l’occasione per ta­cere », ha commentato secco il ministro per le Infrastruttu­re, Altero Matteoli. E Paolo Bonaiuti ha aggiunto: «Forse Franceschini non si è accorto che è stato raggiunto un ac­cordo importante nell’interes­se del Paese». Ma all’interno della maggioranza qualcuno avrebbe voluto una prova di forza del governo: «Berlusco­ni è stato frenato dalla Regio­ni, il piano è stato ridimensio­nato troppo e questo non è un bene per la ripresa del­l’economia » ha detto il segre­tario del Pri, il deputato Fran­cesco Nucara, rappresentan­do anche il malumore di una parte di An. Paolo Foschi