Simona Ravizza, Corriere della Sera 3/4/2009, pagina 9, 3 aprile 2009
Tre gemelli dalla provetta. Siamo felici ma più poveri. Corriere della Sera, venerdì 3 aprile MILANO – L’immagine sullo schermo non lascia dubbi: «Qui si vedono tre feti»
Tre gemelli dalla provetta. Siamo felici ma più poveri. Corriere della Sera, venerdì 3 aprile MILANO – L’immagine sullo schermo non lascia dubbi: «Qui si vedono tre feti». L’ecografia che ha cambiato la vita a Mario e Filomena Elefante risale a anno fa. il 28 aprile 2008 quando la coppia di Tradate (Varese) scopre che sono in arrivo tre gemelli. La fecondazione in vitro ha avuto successo: «Al primo tentativo, tre embrioni su tre sono andati a buon fine», scherza ora il neopapà, 38 anni, operaio in cassa integrazione della Parker Itr, una multinazionale specializzata nella produzione di tubi. Anche se non sono per nulla pentiti della scelta fatta, i due coniugi, rispettivamente di 38 e 32 anni, ammettono: «Adesso arrivare a fine mese è difficile. Il contratto di mia moglie con un’agenzia interinale è finito. Io lavoro una settimana al mese. Il futuro è un’incognita. Siamo felici, ma più poveri». La loro è la storia di una delle 275 coppie che ogni anno in Italia fanno i conti con un parto trigemino. Le gravidanze da provetta che si concludono con la nascita di tre gemelli sono il 3,% del totale delle inseminazioni artificiali, contro lo 0,8 dell’Europa. «Dopo la legge 40 sulla procreazione assistita, il numero è cresciuto del cinquanta per cento», hanno spiegato i medici a Venezia lo scorso 6 marzo per il congresso mondiale della International Academy of Human Reproduction (ora la norma che prevede l’obbligo di impianto di tutti gli embrioni creati, fino a un massimo di tre, è stata cancellata dalla Consulta). Ma per Mario e Filomena Elefante le statistiche non contano. Sposati dal 2004, il loro sogno è sempre stato avere figli. «Così mi sono sottoposto al prelievo chirurgico di spermatozoi – racconta l’uomo ”. Mia moglie ha seguito cure ormonali, avanti e indietro da Milano per quattro mesi, con la speranza di restare incinta». La coppia è stata seguita dall’Unità di riproduzione assistita dell’ospedale San Paolo di Milano, guidata da Guglielmo Ragusa. Il nome dato al primo dei tre bebè, nati il 4 novembre, è Mattia, 1 chilo e 980 grammi: «Significa ’dono di Dio’», spiegano i due genitori, una casa di 85 metri quadrati davanti alla Chiesa di Sant’Anna. Gli altri due neonati si chiamano Luca (due chili) e Chiara (solo 1 chilo e 670 grammi). Nati alla 33ª settimana all’ospedale Del Ponte di Varese, tutti e tre sono stati in incubatrice per venti giorni. «I due maschi dormono insieme nella stessa culla, la bambina da sola nell’altra», racconta Mario Elefante, deciso a scrivere al sindaco di Tradate, Stefano Candiani, per chiedergli aiuto. Niente soldi, semmai un sostegno domestico per permettere a Filomena di cercarsi un lavoro. «Un pacco da 28 pannolini, dal costo di sei euro, non dura neppure due giorni. Lo stesso vale per il latte in polvere da 15 euro la scatola». Lo sguardo di papà Mario si scurisce solo quando parla di soldi – 380 euro la bolletta della luce, 250 quella del gas ”. Sul braccio, invece, spicca un tatuaggio con il nome dei tre bambini. Mattia, Luca, Chiara. «I miei campioni », li definisce su Facebook. Simona Ravizza