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 2009  aprile 08 Mercoledì calendario

Annamaria Bernardini De Pace ha in uscita un suo nuovo libro: ”Diritti diversi-La legge negata ai gay”

Annamaria Bernardini De Pace ha in uscita un suo nuovo libro: ”Diritti diversi-La legge negata ai gay”. «In uno Stato laico e democratico è inaccettabile che gli omosessuali non siano considerati uguali agli altri», dice il famoso avvocato matrimonialista, che è stata sospesa per tre mesi dall’Albo per le sue parcelle troppo alte («Diranno che mi sono fatta sospendere per pubblicizzare il mio libro e avere tempo di promuoverlo! Scherzi a parte, per quanto io soffra molto per ciò che mi viene fatto da clienti ingrati, e da colleghi inusitatamente severi nei miei confronti rispetto ad altre situazioni che meriterebbero il loro intervento, io sono e rimango straordinariamente orgogliosa di essere avvocato, e sono sicura che i giudici della Cassazione cui mi sono rivolta capiranno che si tratta di un macroscopico equivoco», chiarisce). La prima lettrice di Diritti diversi è stata sua madre Isabella. Qual è stata la sua reazione? «Mia madre è una donna fantastica, però è figlia di un generale dei carabinieri e di una madre che era molto più generale del marito, per cui ha avuto un’educazione rigidissima, ed è sempre stata molto chiusa su certi argomenti. Questo fino a qualche mese fa, quando le ho mandato le bozze del libro. Mi ha chiamato quasi in lacrime, dicendo: ”Annamaria, mi vergogno, ti chiedo scusa per come in tutti questi anni ho trattato i tuoi amici. Non avevo capito niente”». Se una delle sue figlie le avesse detto: ”Mamma, sono gay”, quale sarebbe stata la sua reazione? «Di assoluta felicità, se mia figlia fosse stata felice. Le dirò di più. Io stessa non mi sconvolgerei a scoprirmi innamorata di una donna. Non mi è ancora successo, perché le donne le ho sempre viste deboli, mentre io volevo innamorarmi di una persona forte. Il risultato è che mi sono sempre innamorata di uomini deboli». Potrebbe mai fidanzarsi con una donna? «Qualsiasi cosa è possibile. Per me l’amore è amore, non ha sesso». A cosa le piacerebbe che servisse il suo libro? «A dare la libertà a tutti gli omosessuali di essere quello che sono senza dover ogni volta scusarsene. Spero che questo libro possa arrivare non soltanto ai gay, ma ai loro familiari, perché molti hanno il terrore di dichiararsi, e vivono col burqa della paura».