A cura di Elena Loewenthal, Haggadah, Einaudi, 2009, 154 pagine, 16 euro., 2 aprile 2009
A cura di Elena Loewenthal, Haggadah, Einaudi, 2009, 154 pagine, 16 euro. Nisan. Settimo mese del calendario ebraico (i mesi corrispondono alle fasi della Luna, il capodanno cade nel mese di Tishri, fra settembre e ottobre), ma per la Bibbia il primo, per la ricorrenza della Pasqua, celebrata in memoria della notte di luna piena in cui gli Ebrei lasciarono l’Egitto, conquistando la libertà
A cura di Elena Loewenthal, Haggadah, Einaudi, 2009, 154 pagine, 16 euro. Nisan. Settimo mese del calendario ebraico (i mesi corrispondono alle fasi della Luna, il capodanno cade nel mese di Tishri, fra settembre e ottobre), ma per la Bibbia il primo, per la ricorrenza della Pasqua, celebrata in memoria della notte di luna piena in cui gli Ebrei lasciarono l’Egitto, conquistando la libertà. Pesach. Pasqua ebraica, cade nel primo plenilunio di primavera a metà del mese di Nisan (la festa dura una settimana). Da una radice ebraica che significa ”passare”, parola di Dio: «Questa notte Io passerò per la terra d’Egitto, Io colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale» (Esodo 12, 12). Infatti Dio passò sull’Egitto (sterminando i primogeniti, uomini e animali), ma ”passò” oltre i figli d’Israele, riconoscendoli attraverso il marchio di sangue (dell’agnello sacrificato), sullo stipite della porta. E i figli d’Israele ”passarono” il Mar Rosso (in ebraico il ”Mare dei giunchi”), attraversando il confine tra schiavitù e libertà. Mezuzah. In ebraico ”stipite”, dal nome dell’astuccio con alcuni versetti della Bibbia che gli Ebrei vi inchiodano sopra. Primati. Risalente a tremilatrecento anni fa, secondo il Rabbino Capo del Regno Unito Jonathan Sacks, la Pasqua ebraica è il più antico rito del mondo occidentale ancora in vita. Haggadah. Testo antico tramandato di generazione in generazione, è il racconto dell’Esodo, strutturato in una successione di domande e risposte tra padri e figli. Viene letto per esteso, anzi, cantato, in famiglia la sera del 14 del mese di Nisan, il 13 se cade di sabato, prima e dopo il pasto durante il seder (letteralmente ”ordine”, indica l’insieme delle cerimonia). Chametz. Ogni cibo o ingrediente lievitato che alla vigilia della settimana pasquale va eliminato da casa o venduto a un non ebreo. Vale a ricordare la notte dell’Esodo, in cui gli Ebrei, dovendo fuggire, non fecero in tempo a fare lievitare il pane. Da qui il precetto biblico di bandire da casa ogni cibo chametz durante la settimana di Pasqua, anche detta ”settimana delle Azzime” (l’Haggadah inizia proprio ricordando l’ordine di Dio di bruciare il chametz). Chametz/2. «Si tratta di qualsiasi sostanza a base di grano, orzo, avena, segale e spelta che sia venuta a contatto con acqua il tempo sufficiente da provocarne una fermentazione. I Maestri hanno calcolato che si tratta del tempo necessario per percorrere un chilometro, ovvero 18 minuti» (Rav Alberto Mosheh Somekh). Afiqomen. Metà dell’azzima posta nel mezzo del tavolo, che a inizio seder viene nascosta (consuetudine risalente a poco dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, 70 e.v.), serbandola per la fine del pasto e del rito. Ai bambini spetta cercarla, e restituirla all’officiante in cambio di un piccolo regalo (serve a tenerli svegli nella lunga notte di attesa). Secondo alcuni simboleggia il futuro ignoto in attesa del messia, a ricordare che l’uscita dall’Egitto, rivissuta durante il seder, è solo l’inizio della redenzione. Qoshiyot. La prima domanda (qoshiyot, più propriamente, ”dilemma”), con cui inizia l’Haggadah: «perché questa sera è diversa da tutte le altre sere?» (posta dal più piccolo della tavolata o da tutti i bambini in coro). Domande. «Di solito, quando i bambini tornano a casa da scuola, la mamma chiede loro: che cosa hai imparato quest’oggi? La mia mamma mi domandava invece: hai fatto delle buone domande quest’oggi a scuola?» (adagio ebraico). Piaghe. Le dieci piaghe mandate da Dio sugli Egiziani la notte dell’Eesodo: sangue, rane, pidocchi, bestie selvatiche, peste degli animali, ulceri, grandine, cavallette, oscurità, morte dei primogeniti. Nel ricordarle, durante l’Haggadah, si intinge un dito nel vino e si schizza una goccia sulla tovaglia o sul piatto, per stemperare l’allegria della festa di fronte al dolore dell’altro (cioè il bicchiere di vino non dev’essere pieno). Gomiti. Dopo la lettura di Salmi 114, la tradizione di bere appoggiati sul gomito sinistro per stare comodi come un tempo i signori a tavola, cioè allungati, e celebrare anche così la libertà (i Samaritani, invece, consumano la cena pasquale in piedi, con i calzari in mano, pronti a fuggire di corsa come gli Ebrei in quell’ultima notte trascorsa in Egitto). Auspici. Frase conclusiva dell’Haggadah: «L’anno prossimo a Gerusalemme!» (in Israele: «A Gerusalemme ricostruita!»). Sedarim. La tradizione di celebrare due sedarim (plurale di seder), fuori dalla terra d’Israele. Fissato in terra promessa, infatti, il calendario delle ricorrenze ebraiche era comunicato altrove attraverso staffette: per evitare errori, si celebrava la festa due volte. Alla fine del secondo seder inizia il conteggio dell’’omer: 49 giorni (sette settimane), che separano la festa di Pasqua da quella di Shavu’ot (alla lettera ”delle settimane”), cioè Pentecoste, che rievoca il dono della Torah ai figli d’Israele, dall’alto monte del Sinai (nei giorni dell’’omer è proibito sposarsi, indossare vestiti nuovi, tagliarsi i capelli). Pulizie pasquali. La pratica ha origine dal primo precetto della Pasqua ebraica (rimuovere da casa ogni cibo lievitato). Servono a eliminare non solo il pane e ciò che contiene direttamente il lievito, ma ogni briciola di cereale che sia venuto a contatto con acqua. Matzah. Pane azzimo, secco e basso, nella simbologia ebraica è il pane dell’umiltà come premessa alla libertà. Bisogna mangiarne kezayit, cioè come un’oliva, di peso (calcolato dai maestri in 28,8 grammi). Uova. La tradizione delle uova pasquali deriverebbe dalla Pesach, che cadendo nel primo plenilunio della primavera, oltre a commemorare l’Esodo, festeggia anche la nuova stagione, quando le galline riprendono a posare le uova (l’uovo sodo – duro come dura fu la vita degli Ebrei in Egitto -, è uno degli elementi esposti nel piatto rituale del seder, si guarda ma non si mangia). Vino. Il rito pasquale impone ai commensali di berne quattro bicchieri. Numero cruciale nel seder, la celebrazione prevede quattro serie di quattro, oltre al numero di bicchieri, altre tre ricorrenti nell’Haggadah: le quattro domande iniziali; i quattro figli richiamati dalla Torah (uno saggio, uno cattivo, uno ingenuo e uno che non sa fare domande); le quattro frasi con cui Dio indica la redenzione dei figli di Israele in Esodo 6, 6-7 (il passo biblico successivo, contiene la frase di redenzione della terra promessa, a cui corrisponde un quinto bicchiere di vino, simbolo di incompletezza che la tradizione lascia in sospeso per millenni, come il bicchiere che si spezza sotto il piede, alla fine di ogni cerimonia nuziale). Foglietti. Pasta fatta di farina e uova per la Pasqua ebraica in Piemonte. Tirata la sfoglia e ricavati dei maltagliati grossolani, prima di metterli a bollire nell’acqua, si fanno abbrustolire nel forno, per evitare la lievitazione. Charoset. Dolce pasquale ebraico che per consistenza e aspetto ricorda la malta con cui gli Ebrei costruivano le piramidi quand’erano schiavi in Egitto: è un impasto di frutta secca e fresca e altri ingredienti (in Italia azzima grossa tritata, uovo sodo, mosto d’uva denso e cannella). Da Wikipedia Le Chiese cristiane hanno deviato sin dal Concilio di Nicea dalla celebrazione esatta di Pesach, che coincide con la morte di Gesù - l’Ultima Cena consumata da Gesù non è altro che il Seder di Pesach - dando maggiore importanza al giorno della resurrezione. In lettere scambiate tra la Chiesa di Roma e quella d’Asia già nel II secolo, si rintraccia una disputa indicata come pasqua quartodecimana. La Chiesa dell’Asia minore riteneva che i cristiani dovessero proseguire nella tradizione degli apostoli di celebrare il Pesach il 14 di Nissan, citando anche la tradizione risalente all’apostolo Giovanni, mentre la Chiesa romana l’aveva già abbandonata in favore della celebrazione della domenica successiva. La tradizione quartodecimana fu seguita da alcune chiese fino a poco oltre il Concilio di Nicea, che stabilì il criterio per la determinazione della data della pasqua cristiana. La maggior parte dei protestanti, con qualche differenza, segue la tradizione latina di celebrare la Pasqua invece di Pesach.Secondo la tradizione cristiana, la Pasqua cade circa nello stesso periodo di Pesach, sebbene venga fatta coincidere sempre con la domenica e, pur dipendente da Pesach, viene evitata la coincidenza con quest’ultima. Vi sono casi in cui la Pasqua viene anche ritardata di una settimana. Per la Chiesa Cattolica la Pasqua sostituisce Pesach per importanza poiché, se Pesach è il periodo della morte di Cristo, Pasqua ne ricorda la resurrezione. Questa ricorrenza viene ricordata all’inizio del triduo di Pasqua cristiano nel cosiddetto "Giovedì Santo". Nei prossimi anni Pesach cadrà nel calendario gregoriano nei seguenti giorni (tra parentesi, la data corrispondente nel calendario ebraico): * 2008 22 Marzo (14 nissan 5768) * 2009 9 aprile (14 nissan 5769) * 2010 30 marzo (14 nissan 5770) * 2011 19 aprile (14 nissan 5771) * 2012 7 aprile (14 nissan 5772) * 2013 26 marzo (14 nissan 5773) * 2014 14 aprile (14 nissan 5774) * 2015 4 aprile (14 nissan 5775) * 2016 23 aprile (14 nissan 5776) * 2017 11 aprile (14 nissan 5777) Come per tutte le altre feste ebraiche, l’inizio della festa coincide con il tramonto del giorno precedente. «Quand’ero bambino – racconta Shalom Auslander nel più irriverente memoir degli ultimi anni a cominciare dal titolo, Il lamento del prepuzio – i miei genitori e i miei insegnanti mi raccontavano di un uomo che era molto forte. Mi dicevano che era capace di distruggere il mondo intero. Mi dicevano che era capace di sollevare le montagne. Mi dicevano che era capace di dividere le acque del mare. Era importante che tenessimo quell’uomo di buon umore. Quando obbedivamo ai suoi comandamenti, gli eravamo simpatici. Gli eravamo così simpatici che uccideva chiunque non ci amasse. Ma quando non obbedivamo ai suoi comandamenti, non gli eravamo simpatici. Ci odiava. Certi giorni ci odiava tanto da ucciderci; altri giorni lasciava che ci uccidessero altri. Noi chiamiamo questi giorni "giorni di festa". Purim è quando cercarono di ucciderci i persiani. Pesach è quando cercarono di ucciderci gli egiziani. Chanukah è quando cercarono di ucciderci i greci ». Come il Cristianesimo anche la religione ebraica ha nel suo calendario liturgico diverse feste, ma la più importante, fondamento di tutte le altre, è la Pasqua giudaica, la Pesach, che viene celebrata il 14 del mese chiamato Nisan, che corrisponde al periodo compreso tra la metà di marzo e la metà di aprile. Infatti il calendario ebraico è sia solare che lunare: le stagioni sono basate sulla rivoluzione della Terra attorno al sole, mentre le festività, i mesi e le date sono stabiliti dalle fasi lunari. La Pesach ricorda la liberazione degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto per mano di Mosè, evento che diede origine, per dirla con linguaggio moderno, alla ”nazione ebraica”. La Pasqua ebraica è conosciuta anche come Hag hamatzot, festa delle azzime perché, in ricordo del fatto che gli ebrei in fuga non ebbero il tempo di far lievitare il pane, per tutta la durata della festa si consuma esclusivamente pane azzimo, simbolo della durezza della schiavitù. Quanti e Dove FEDELI: 15 milioni (0,26 per cento della popolazione mondiale). DIFFUSIONE: oltre di 100 Paesi. L’unica nazione in cui l’Ebraismo costituisce la religione della maggioranza della popolazione è Israele. Fuori da Israele, le comunità ebraiche più numerose si trovano negli Stati Uniti, in alcuni paesi europei (le comunità più numerose sono quelle inglese e francese), nell’ex Unione Sovietica, in diversi paesi asiatici, nell’America Latina e in Australia. 6-13 aprile Per gli ebrei Pesach (Pasqua). Otto giorni di riti e preghiere per celebrare la liberazione dalla schiavitù in Egitto.