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 2009  aprile 01 Mercoledì calendario

E IL PIANO CASA DIVENTA UN LOCALINO


Il piano casa di Berlusconi nelle mani dirigiste delle Regioni è diventato un pianino, un bonsai, esile come il fraticello Dario Franceschini. Il potere del decreto legge del governo viene evirato a mero decreto di indirizzo perché le Regioni, secondo loro, sono titolari del diritto di legiferare sulla proprietà edilizia, in quanto lo ritengono un derivato del loro potere urbanistico, materia di legislazione concorrente fra loro e lo Stato. E negano allo Stato il potere di stabilire i principi generali dell’urbanistica, ispirati al canone della liberalizzazione.

L’aumento di cubatura del 20% si applicherà soltanto (...)

(...) alle unità immobiliari uni e bifamiliari e alle palazzine che non superino i mille metri cubi. Si tratta infatti di una piccola parte del patrimonio edilizio nazionale, e le città importanti e i condomini ne sono fuori.

Gli effetti di mobilitazione dell’edilizia sono modesti e dilazionati. Infatti dopo il decreto di indirizzo, da convertire in legge entro 60 giorni, le Regioni avranno 90 giorni per stabilire le norme attuative. Dunque si arriva a fine luglio, per iniziare a fare qualcosa.
La sceltadegli edifici

Nel frattempo sarà passata gran parte della stagione adatta per i lavori edilizi e la congiuntura sarà peggiorata.

Come si farà a distinguere una unità residenziale bifamiliare da una trifamiliare? Si tratta di villette fra di loro attaccate o di piani diversi? E il caso di una villa attaccata a un’altra quando in ciascuna vi sono due unità familiari? E se le ville sono sullo stesso terreno ma separate?

La logica di questa attribuzione di una maggiore cubatura a tali tipologie di abitazioni, mentre la si nega ad altre è incomprensibile. Una riflessione analoga vale per gli edifici sino a mille metri cubi. Come si distingue un edificio di mille metri cubi da un altro ad esso attaccato? Per la diversa epoca in cui sono stati costruiti, la diversità di stile o di altezza?

I proprietari di un edificio di mille metri cubi avranno diritto a farlo diventare di 1200 mentre quelli di un edificio di mille cento metri cubi dovrà rimanere di tale dimensione. Un risultato aberrante, al punto da apparire incostituzionale.

Sopratutto, appare assurdo che gli aumenti di cubature non siano concessi alle case delle città, ove ce ne è più bisogno, per allentare il caro alloggi, anziché solo alle villette e ai palazzetti.

Berlusconi ha cento volte ragione a chiedere che siano dati al presidente del Consiglio più poteri. In particolare il potere di legiferare con decreti legge e leggi con procedure abbreviate, tali per cui il calendario di ogni Camera, nel caso di urgenza, consenta l’approvazione entro un mese.
Una derivaverso l’efficienza

E Berlusconi ha cento ragioni di chiedere che ci sia una modifica della Costituzione. Non solo per chiarire questi poteri. Ma – aggiungo io - per chiarire i poteri dello Stato, con riguardo al diritto di proprietà e di iniziativa privata. Ciò per evitare che il federalismo dia luogo a un dirigismo regionale contrario allo spirito del federalismo competitivo, ma perfettamente omogeneo con il beverone di federalismo solidale e consociativo contenuto nel testo costituzionale del Titolo V, attualmente in vigore. Che fu votato da una maggioranza di sinistra, che era (e spesso resta) catto comunista.

Berlusconi con i maggiori poteri, che le Regioni gli negano, avrebbe liberalizzato la casa e fatto ripartire l’economia e l’occupazione. Altro che deriva autoritaria, si tratta di una deriva verso l’efficienza e la libertà.