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 2009  aprile 01 Mercoledì calendario

LADY GAGA

(Stefani Joanne Angelina Germanotta) New York (Stati Uniti) 20 marzo 1986. Cantante • «Tacchi a spillo e body: non indossa molto di più Lady Ga Ga, superstar della dance electro pop. ”Mi piacciono le ragazze in biancheria intima”, ha spiegato la provocatoria bionda che con la canzone Just Dance ha conquistato il primo posto in America, Inghilterra e Australia. [...] ha rubato il no me d’arte alla canzone Radio Ga-Ga dei Queen. E ama definirsi un incrocio tra ”Freddy Mercury, Boy George e John Lennon con par rucca e calze a rete nella discoteca Studio 54”. aggressiva e trasformi ta come Madonna (’L’adoro. Abbiamo molto in comune, fra l’altro, an che io ero bruna e sono diventata bionda”) sensuale come l’ex coni glietta e cantante dei Blondie Deborah Harry, colorata (e sessualmente ambigua) come gli Scissor Sisters. Con il primo album, The Fame, è riuscita a rubare la scena a tante reginette del pop più esperte di lei. Ha persino fatto infuriare la ”veterana” Christina Aguilera, accusata di copiare il look (colore platino della chioma e frangia comprese) della straripante collega. ”Non la conosco. Non so nemmeno se sia un uomo o una donna”, è stata la risposta infastidita della ex ”dirty” Christina. La replica, sia pur diplomatica, di Lady Ga Ga non si è fatta attendere: ”Non so no offesa. Mi ispiro all’androginia di David Bowie e Grace Jones”. Le sue icone si chiamano Peggy Bundy (protagonista di un serial tv americano degli anni Ottanta) e Donatella Versace: ”Non c’entra la musica, ma come si muovono e si com portano, il look... tutto”. Quando non si fascia con hot pants e body sgambati ama ”reinterpretare”, alla sua maniera sfacciata, ruoli e mestieri: marinaretta, infermierina, bambina vezzosa. E nei suoi concerti scende dal cielo su una sfera di cristalli, fa sfoggio di vestiti fatti di bolle trasparenti, tute in latex versione sado maso, tuniche luccicanti che ricordano l’era del glam rock. ”Mi piace dire che faccio musica per gli abiti – ha spiegato ”. La frase è una metafora per spiegare che quando compongo una canzone non penso sol tanto a note e testi ma anche a costu mi e scenografie”. Dietro il vestito si nasconde però una musicista competente, prima di raggiungere il successo ha compo sto canzoni per le Pussycat Dolls e firmato anche brani in Circus l’album della rinascita di Britney Spears. Padre italiano e madre greca, è cresciuta nel Lower East Side di Manhattan. Suona il piano da quando aveva quattro anni, a 13 ha firmato la prima ballata e ha frequentato la stessa scuola privata di Nicky e Paris Hilton (’Ragazze molto, molto, molto ’perfettine’”). Nemmeno maggiorenne è arrivata alla Tisch School of the Arts presso la New York University. Però lei stessa ha ammesso di non essere mai stata un’allieva anonima: ”Ero una studentessa modello, mi mettevo nei guai quando indossavo magliette cortissime dalle quali si intravedeva il reggiseno. Ero una spina nel fianco, un po’ come oggi. Ma la mia educazione scolastica ha contato molto: se sono una musicista capace lo devo allo studio”. Prima di arrivare al pop si esibiva negli strip club di New York: ”Avrei potuto chiedere aiuto alla mia famiglia e, invece, a 18 anni sono andata via di casa. Per mantenermi lavoravo come camerie ra e facevo la spogliarellista. I miei numeri erano molto rock’n’roll: sali vo sul palco con indumenti di pelle nera e ballavo su pezzi dei Black Sab bath, Guns N’Roses e Faith No More”. Soldi e celebrità sono arrivati dopo anni di gavetta e così, nel suo primo cd (è autrice di tutte le canzoni) manda un messaggio: ”Chiunque può sentirsi famoso. La pop cul ture è arte. Odiarla non serve a nulla, è meglio farsi coinvolgere. Voglio che la gente si senta parte di questo stile di vita”. Nei brani mette le sue esperienze personali (’’Beautiful Dirty Rich’ l’ho composta sotto l’ef etto di droghe”) ma parla anche di sentimenti e successo. Come in Paparazzi, apparentemente una ”dichiarazione d’amore alle macchine fotografiche e al successo”. In real tà, ha raccontato lei, ”non è da prendere completamente sul serio. Qui racconto il desiderio di avere un ra gazzo e affronto il dilemma: la fama può convivere con l’amore?”. Soltanto su se stessa non ha dubbi: ”Sono fantastica! Ma questa è una frase che tutti dovrebbero ripe tersi. Perché puoi camminare come un re ma, se non ti ami, finisci per strisciare come un serpente”» (Sandra Cesarale, ”Corriere della Sera” 1/4/2009).