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 2009  marzo 30 Lunedì calendario

QUEI CARI RAGAZZI


A quattordici anni è già troppo tardi. Incapaci di dire di no, decisi a ricoprire fin da piccolissimi i propri (rari) pargoletti di ogni oggetto possibile, i genitori italiani si ritrovano ora a pagare il conto della spesa di teenager ai quali non si può negare ciò che tutti gli altri hanno. Così a fine mese, se si fanno bene i conti, si scopre che un terzo e oltre dei soldi spesi (escluso il mutuo o l´affitto) se ne è andato per loro, i ragazzini terribili tra i 12 e i 18 anni che vivono con le cuffiette in testa, imitano mamma e papà nell´abbigliamento e anche quando sono a casa non possono spegnere l´interruttore di un mondo alimentato da videogiochi, messaggi e social network. Si parte da un minimo di 200 euro al mese per ciascun figlio e si arriva fino a sette, ottocento euro, secondo la città, il reddito della famiglia, l´età del ragazzo o della ragazza. A spendere di più per i figli, secondo le elaborazioni Istat, sono in assoluto i genitori soli: quasi 550 euro al mese in più rispetto a chi vive in coppia.

I gadget elettronici, si sa, non sono eterni, così i 129 euro spesi oggi per l´iPod nano dureranno al massimo per un anno, poi dovranno essere reinvestiti per comprare il modello successivo, così come avviene per i lettori mp3 (da 119 a 155 euro per i modelli che non fanno parte della gamma Apple) o la Xbox per giocare anche quando si è lontani dal computer, non meno di 143 euro. «I nostri prodotti migliori? Per chi ha tra i 15 e i 18 anni, sicuramente giochi di ruolo online su Ps3, Xbox360 e Nintendo Ds e Nintendo Wii: World of Warcraft e Call of Duty - dice soddisfatta Sabrina Rosati, direttore marketing di Fnac Italia -Tra i libri, vanno forte Christopher Paolini, Licia Troisi, Moccia e tutta la serie di Twilight». La musica è spesso "autoprodotta", le compilation techno viaggiano da un iPod all´altro e non è così raro che perfino Mozart si affaccia qui e là, ma neppure questo fa scendere i budget per l´acquisto di cd.
Incredibilmente, la crisi, almeno per ora, non ha colpito i teenager. «Quelle per i figli sono le ultime spese a venire "tagliate" dalle famiglie - conferma Mauro Bussoni, vicedirettore generale di Confesercenti - Il denaro si sposta da una voce di bilancio a un´altra». E spiega: «Le famiglie più giovani, ad esempio, spendono meno in generi alimentari e di più in abbigliamento e comunicazioni, voci sulle quali i figli incidono molto. Per ora, il calo dei consumi si è tradotto soprattutto in uno spezzettamento della spesa per i ragazzi: la paghetta viene data un pezzo alla volta, così come le schede per ricaricare il cellulare, ma non è detto che alla fine dell´anno si sia risparmiato davvero».
Già, il risparmio. proprio questa parola, e l´idea stessa che il denaro - pure quando c´è - possa anche non essere speso tutto e subito, a essere scomparso dai codici educativi italiani. «Fino a non molti anni fa - osserva Tilde Giani Gallino, psicologa dell´età evolutiva, la studiosa italiana che ha lavorato di più sul rapporto tra pubblicità, tv e desideri dei bambini e dei ragazzi - anche nelle famiglie ricche era normale aprire un conto in banca agli adolescenti: i genitori versavano e alla fine si acquistava una moto o un´auto, magari per la maturità. Adesso il denaro finisce direttamente nelle tasche dei ragazzi. Rimedi? Nessuno: i figli hanno semplicemente adottato il nostro modello, ed è molto difficile tornare indietro». Del resto, spiega ancora Gallino, i bambini vengono raggiunti fin da piccolissimi da campagne destinate a loro e capaci di "bucare" qualsiasi coltre protettiva: a tre anni, è già chiaro che l´oggetto da possedere è la Winx, e che per averlo basta spingere la mamma in un negozio. Lo stesso accade per la moda: la maggior parte degli adolescenti si limita a chiedere capi simili, in versione giovanile, a quelli di mamma e papà. il caso delle polo Fred Perry e Ralph Lauren, che ormai da qualche anno declinano le loro linee giovanili semplicemente scegliendo colori e tagli un po´ più trendy e esasperati di quelli per adulti (non meno di 60 euro per una maglietta che difficilmente sopravviverà alla stagione), le scarpe Prada e Hogan, le All Star che quest´anno puntano su tessuti che sembrano consumati, stropicciati, rovinati quasi: occorre comprarle già così (da 80 euro in su), perché nessun teenager le porterà mai abbastanza da raggiungere autonomamente l´aspetto "vissuto" che fa parte delle tendenze di quest´anno. Le giacche North Sail e North Face non sono molto diverse da quelle di papà, che del resto le indossa per mantenere l´aspetto di un ragazzo. Prossima frontiera del mercato è l´intimo per ragazzine, con brand come Tezenis pensati per avvicinare le dodicenni al primo reggiseno. I marchi chic per adolescenti, come Brandy Melville, propongono negozi frequentatissimi anche dalle madri e la tendenze è quella a moltiplicare gli acquisti a basso costo anche nelle catene che offrono moda just in time, come Zara o H&M. Ma la maglietta da 12 o 20 euro diventa anche lei un salasso, se viene acquistata due volte al mese. Non mancano i filoni alternativi, ma non per questo meno costosi: lo streetsurf, con le magliette Billabong e Volcom e le scarpe a pianta larga DC, viaggia attraverso negozi e circuiti diversi e non imita gli adulti, ma i prezzi restano gli stessi, da 40 euro per una semplice t-shirt a 120 euro e più per l´ultimo modello da mettere ai piedi o la felpa col cappuccio che fa il verso allo stile dei writers. Così marchi come Fornarina per le giovanissime, lontani dal bon ton pseudo-materno e costellati di fiocchetti e cuoricini: servono a dire anche in casa "io sono diversa da te", ma il risultato sul portafoglio di mamma e papà non è diverso. Non c´è da stupirsi se, crisi o no, un imprenditore che si è affacciato da poco sul mercato dell´abbigliamento e ora fattura 30 milioni come Fabrizio Danna, titolare di Jaggy - jeans, magliette e affini già vendute in un milione di esemplari - è ottimista. «Cerchiamo di progettare capi basici - dice - dentro i quali anche un adolescente possa sentirsi a proprio agio. Genitori e figli vanno a far spese insieme, c´è un effetto imitazione. Cerchiamo di prevedere il futuro guardando soprattutto a Stati Uniti e Giappone: i ragazzini sceglieranno jeans un po´ più formali, torneranno tessuti più pesanti, magari stropicciati, e la camicia azzurra anche per i teenager».
Che fare dunque per evitare di indebitarsi al solo scopo di non privare gli adolescenti di casa del bagaglio che tutti, ma proprio tutti, devono avere per potersi presentare a scuola ogni mattina? Ricominciare da capo, parlando loro dei soldi che mancano. «Magari non tutti i giorni - consiglia Tilde Giani Gallino, psicologa dell´età dello sviluppo - e senza troppo moralismo. Ma parlare ai figli delle difficoltà e della crisi è importante, altrimenti continueremo ad allevare generazioni di ragazzi magari intelligentissimi ma incapaci perfino di orientarsi dentro l´università, perché tanto qualcun altro ha sempre provveduto per loro». Poi, mette in guardia: «Non bisogna farsi troppe illusioni, perché famiglia e scuola sono deboli se paragonate all´influenza di amici, tv e pubblicità. Ma non bisogna neppure avere sbandamenti: non si può pretendere che un ragazzino rifletta sul denaro se siamo noi i primi a gettarci nello shopping compulsivo, o se governo e politici ci esortano a spendere di più e suggeriscono che tutti debbano avere uno stipendio perché solo in questo modo continueranno a comprare".