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 2009  marzo 30 Lunedì calendario

Democrazia «Il presidente beve Coca Cola, Liz Taylor beve Coca Cola e anche tu puoi berla allo stesso prezzo

Democrazia «Il presidente beve Coca Cola, Liz Taylor beve Coca Cola e anche tu puoi berla allo stesso prezzo. Nessun patrimonio può darti una Coca migliore di quelle del barbone all’angolo della strada» (la democrazia secondo Andy Warhol). Errori John Pemberton, farmacista di Atlanta, negli Anni 80 del XIX secolo creò uno sciroppo contro mal di testa e sbronze a base di foglie di coca ed estratto di noce cola. Un giorno del 1886 l’inserviente di un drugstore, cui Pemberton aveva spedito alcune bottiglie per offrire assaggi gratuiti ai clienti, mescolò per sbaglio lo sciroppo alla soda invece che all’acqua: nacque così la Coca Cola. Sturalavandini Storia del Gatorade: la squadra di football della Florida vinceva regolarmente i primi tempi e perdeva poi le partite nella ripresa. I giocatori, inoltre, terminata la gara, non avevano un goccio di pipì. Chiamato a consulto il nefrologo dell’Università Robert Cade, questi pesò i ragazzi e constatò che ogni gara costava nove chili di peso. Analizzato il sudore verificò non solo una perdita di acqua, ma una caduta verticale di sali e di elettroliti come sodio e potassio. Preparò dunque un beverone di acqua, zucchero, sodio, potassio, cloro e, per fare la prova, ne bevve un sorso. Vomitò immediatamente. «Sa di sturalavandini». La moglie: «Spremici sopra un po’ di limoni». Servito alla squadra, questa fu messa sotto inchiesta per doping dato che nei secondi tempi rimontava sempre tutti. Ma non era doping. La squadra era quella dell’Università di Gator, al cui nome fu aggiunto - per battezzare la bibita - la desinenza di ”lemonade”. La moglie del dottor Cade, morto nel 2007, e l’Università che sperimentò per prima la pozione incassano ogni anno più di 50 milioni di dollari in royalties. Italia 1 In Italia il consumo di bibite gassate è passato dai 2.850 milioni di litri del 2002 ai 3 mila milioni di litri del 2008; quello di succhi e nettari dagli 850 milioni di litri del 2002 agli 880 del 2008; quello di altre bibite (tè, energy drink, caffè, ecc.) dai 520 del 2002 ai 670 milioni di litri del 2008 (Fonte: Banca dati Istituto Italiano Imballaggi). Italia 2 Nel 2008 il 73, 50% delle bibite gassate è stato venduto in bottiglie di plastica, il 13% in lattine, il 7,50% in erogatori, il 6% in bottiglie di vetro. Succhi di frutta: 62% in brick; 21% in bottiglie di vetro; 16,40% in bottiglie di plastica; 0,50% in ceerpack (Fonte: Banca dati Istituto Italiano Imballaggi). D’Amato La Seda dei fratelli Gianfranco e Antonio D’Amato (ex presidente di Confindustria) si occupa di packaging: sede ad Arzana in provincia di Napoli, 800 milioni di fatturato e quasi duemila dipendenti, produce fra l’altro i bicchieroni di carta con cui beviamo le bibite nei fast-food. Cina La Seda è riuscita a vendere bicchieri di carta persino in Cina, abbandonando poi l’impresa solo perché i trasporti rappresentavano un costo proibitivo. Calippo Il fondatore della Seda, nel 1954, fu Salvatore D’Amato detto Sasà, padre di Gianfranco e Antonio, inventore del Calippo, il tubetto che contiene una striscia di ghiacciolo e gelato. Distributori automatici 1 Numero totale di distributori automatici di bibite e snack presenti in Italia nel 2007: 2 milioni 83 mila (uno ogni 29 abitanti). Il settore fattura oltre 2,7 miliardi di euro (+13,78% rispetto al 2005), e impiega 34.000 addetti che viaggiano su oltre 17.000 automezzi. Le aziende italiane che producono macchine distributrici hanno un export pari a circa il 70% della produzione (Fonte: Confida, l’associazione italiana della distribuzione automatica). Distributori automatici 2 Per le bibite il fatturato dei distributori automatici, nel 2007, è stato di 419, 4 milioni di euro (+ 8,65 per cento rispetto al 2005). Litri di bevande venduti nel 2007: 1.165 milioni (erano 1.103 nel 2005) (Fonte: Confida, l’associazione italiana della distribuzione automatica). Addetti Oggi in Italia il settore delle bevande analcoliche impiega globalmente 21.650 persone di cui direttamente circa 5.500 e indirettamente circa 16.200: 2.800 nella produzione di beni intermedi (fornitori); 1.700 nella commercializzazione dei prodotti presso i grossisti; 11.700 nella produzione di beni e servizi intermedi (dati Assobibe). Nel mondo 1 Nel mondo si consumano circa 260 miliardi di litri di bibite pre-confezionate, di cui circa 200 miliardi di bibite gassate, 50 miliardi di bibite lisce e 10 di energy & sport drink, con consumi pro-capite rispettivamente di 31, 8 e 1,5 litri all’anno (Fonte: Simei, esposizione internazionale che ogni due anni presenta tutti i tipi di macchine, attrezzature e impianti per la produzione, l’imbottigliamento e il confezionamento delle bevande). Nel mondo 2 The Coca-Cola Company 
è la più grande compagnia di bevande al mondo con un giro d’affari di oltre 24 miliardi di dollari. PepsiCo
, leader mondiale nel settore degli snack e delle bevande analcoliche, ha un fatturato di oltre 35 miliardi di dollari, di cui oltre 1/3 proviene dalle bevande. In Italia In Italia si bevono 2,9 miliardi di litri di bibite gassate l’anno, che equivalgono a 50 litri a testa. La più consumata è la cola che, nelle varie versioni in commercio (classica, light, decaffeinata, al limone ecc.), rappresenta la metà del totale consumi di bibite carbonate. Al secondo posto le aranciate (normali, amare, rosse e light), che rappresentano circa un quarto del totale dei consumi, seguite da lime e gassose al limone, chinotti, spume, cedrate, orzate, bibite al caffè, ecc. Il segmento degli aperitivi e toniche, infine, è valutabile intorno ai 100 milioni di litri l’anno. Tra le bibite piatte (senza bollicine) nel nostro paese ha grande successo il tè freddo, per il quale registriamo consumi pro-capite molto più elevati della media europea (11-12 litri/anno) (Fonte: Simei). Classifica In Italia il gruppo leader è Coca-Cola, con una quota di mercato di oltre il 40%. Al secondo posto Sanpellegrino (gruppo Nestlé) che rappresenta il 14% circa del mercato italiano delle bibite rinfrescanti, con posizioni di leadership in quattro segmenti: chinotti (Chinò), tè freddo (Beltè), aranciate e altre bibite agrumarie (Sanpellegrino), aperitivi analcolici (Sanbitter). Al terzo posto San Benedetto, che opera sia con i marchi propri sia con i marchi del gruppo Orangina-Schweppes. La sua quota è valutabile complessivamente intorno al 12% del mercato italiano delle bibite. Le aree a maggior presidio sono: il thé freddo (con il marchio San Benedetto Thé è co-leader sul mercato), gli integratori salini (con Energade Schweppes e San Benedetto Ice), le bibite gassate (marchi Schweppes, Orangina, San Benedetto, Guizza, Enjoy) e le bevande naturali alla frutta (Oasis, Batik). Pepsico, leader nel mercato degli sport drink con il marchio Gatorade, al quarto posto sul mercato italiano delle bibite, occupa inoltre la seconda posizione nel segmento delle cole con una quota del 14%. Caffè in lattina Grazie a una una joint venture con Coca Cola, il gruppo Illy quest’estate lancerà sul mercato il caffè in lattina da bere come una bibita. Tre i gusti proposti: caffè, latte macchiato, cappuccino. Red Bull In Italia la Red Bull, che produce l’energy drink più consumato al mondo, nel 2006 ha venduto 68 milioni di lattine superando la soglia di una pro capite, nel 2007 è creasciuta del 30,0% portando il fatturato a 83 milioni di euro con un utile netto di 5 milioni. Sperma di toro Leggenda metropolitana sulla Red Bull: la taurina che contiene è estratta dallo sperma bovino. Pipì 1 Il gruppo nazionalista indù Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), per combattere la diffusione in India di Coca-Cola e Pepsi, sta per lanciare sul mercato asiatico una bevanda di nome Gau Jal (in sanscrito: «acqua di mucca») che ha tra gli ingredienti la pipì di vacca. Om Prakash dell’Rss: «Non puzzerà di urina e avrà un sapore molto gradevole. Sarà una bevanda moto salutare, ricca di erbe medicinali e ayurvediche. Farà del bene a tutta l’umanità e potremmo anche decidere di esportarla». In India la pipì di mucca è già usata come carburante o come disinfettante nelle comunità rurali, e viene bevuta in alcuni riti di purificazione indù. Pipì 2 «Un giorno stava bevendo una bibita del colore della pipì e io gliel’ho fatta davvero dentro la bottiglia. E lui l’ha bevuta. Gliel’ho confessato solo in Bahrein, si è incazzato...» (Massa parlando di Villeneuve)