Pietrangelo Buttafuoco, Panorama 27/3/2009, 27 marzo 2009
Pietrangelo Buttafuoco per "Panorama" Giorni proprio felici. Lo saranno per Eva Robin’s. Il suo brumoso fascino prestato alla Winnie di Happy days, uno dei testi più malagevoli di Samuel Beckett, prossimo al debutto con la regia di Andrea Adriatico il 16 aprile al Teatri di vita, a Bologna
Pietrangelo Buttafuoco per "Panorama" Giorni proprio felici. Lo saranno per Eva Robin’s. Il suo brumoso fascino prestato alla Winnie di Happy days, uno dei testi più malagevoli di Samuel Beckett, prossimo al debutto con la regia di Andrea Adriatico il 16 aprile al Teatri di vita, a Bologna. Eva Robins «Nuda dalla cintola in su. Sarò Eva primigenia, vestale di un paradiso perduto di sensualità e sessualità. Però nuda a metà» racconta Robin’s «magari mi riparo dai colpi d’aria». «Totalmente nudo, invece, Willie» prosegue Gianluca Enria, già applaudito in un allestimento sontuoso del Lorenzaccio, al fianco di Carmelo Bene. Nudi, dunque, e bloccati dall’assenza di azione scenica. «Adriatico non delude. Mai. Sono pronta a eseguire le sue indicazioni. Ho già lavorato con lui e di Beckett conosce ogni sfumatura. E non teme confronti». Neppure con l’edizione di Giorgio Strehler, quella del 1982? «Neppure. Toccherà a me essere brava come Giulia Lazzarini». Sulla destrezza teatrale di Eva Robin’s parla un curriculum che va da Jean Genet a Copi, fino al successone di Otto donne e un mistero, la commedia di François Ozon, a sua volta applaudita pellicola. Nudi allora, per Giorni felici. «Sarà» spiega ancora Eva Robin’s, passeggiando nelle strade di Roma per seminare gli sguardi dei suoi ammiratori «la parte di un trittico quello che ogni sera Adriatico metterà in scena. Il titolo è emblematico: Non io... nei giorni felici». Tre spettacoli ogni sera. E precisamente: Giorni felici, Non io e Dondolo. Carmelo Bene Tre allestimenti con tre dive. Con Eva Robin’s nelle altre due pièce saranno in scena Angela Baraldi e Francesca Mazza. Una festa, quindi, di Adriatico per solennizzare 20 anni di frequentazione beckettiana, iniziata nel 1989 con Le ceneri di beckett. Si scrive in minuscolo per seguire un’indicazione filologica di Adriatico, l’inventore di una suggestione sofisticata, «:riflessi», ossia la compagnia «due punti riflessi», un omaggio ad Aldo Palazzeschi. E siccome non è un dettaglio essere bolognesi, siccome la città da sempre è stata un potente opificio di teatro e di avanguardia, sospetto un suggello assai nobile in questo allestimento: quello di Carmelo Bene, che nella città felsinea ebbe crisma e tanta gloria. «Avevamo una fidanzata in comune» racconta Eva Robin’s «non c’era rivalità tra noi, anzi una bella amicizia. Abbiamo vissuto le giornate della Milano più viva, con tanta bella gente, negli anni Ottanta. Ricordo Ornella Vanoni con noi. E i craxiani. Bene mi voleva per un Martirio di San Sebastiano. Mi proponeva spettacoli da fare insieme. Ecco un bellissimo ricordo: giocavamo a ping pong nella casa che affittava in Versilia; lo vedevo levarsi dal letto della sua dimora in via Aventina, a Roma, e subito accendere una candela. Le sue finestre erano murate dai libri. Mai avevo visto un così fitto muro di pagine». Così parla Eva. E già c’è il presagio di Willie.