Anais Ginori, la Repubblica 26/03/2009, 26 marzo 2009
IL COPYRIGHT DEGLI ANIMALI - ANAIS GINORI
In tempi di crisi il ricorso alla fantasia è diventato una necessità. E quindi, ecco un nuovo caso di bieco sfruttamento da parte delle multinazionali. Lo avevamo sotto agli occhi, del resto. Perché un giaguaro non dovrebbe essere pagato per l´uso della sua immagine dall´omonima casa automobilistica? E il panda che diventa una quattroruote? Che dire del leone che campeggia sui cofani delle Peugeot? Lecito sorridere, ma la domanda è seria. Il Fondo mondiale per l´ambiente l´ha appena formalizzata a decine di aziende che esibiscono ignari animali nel loro marchio. La campagna «Save your logo» vuole appunto incassare un simbolico copyright per la salvaguardia delle specie in via di estinzione. Un primo assegno è arrivato dalla Lacoste che ha deciso di devolvere 500mila euro per saldare il suo debito con i coccodrilli. Gli ecologisti sono ottimisti, anche se in questo momento si parla più di proteggere le aziende che gli animali. Prevedono che questa campagna frutterà 5 milioni di euro. Poi, annunciano, si faranno portavoce delle piante. Ramoscelli di ulivo, margherite, querce. Per la sinistra italiana, un altro salasso.