Renata Pisu, la Repubblica 28/3/2009, 28 marzo 2009
la Repubblica, sabato 28 marzo L´anno scorso le squadre speciali di ricerca cadaveri della foresta di Aoikigahara, alle pendici del Monte Fuji, hanno trovato 78 corpi, altri giacciano ancora nei crepacci o sotto la fitta vegetazione di questa foresta primordiale il cui nome significa "mare di alberi" ma che è nota come "foresta dei suicidi"
la Repubblica, sabato 28 marzo L´anno scorso le squadre speciali di ricerca cadaveri della foresta di Aoikigahara, alle pendici del Monte Fuji, hanno trovato 78 corpi, altri giacciano ancora nei crepacci o sotto la fitta vegetazione di questa foresta primordiale il cui nome significa "mare di alberi" ma che è nota come "foresta dei suicidi". Dall´inizio degli anni Settanta il numero di coloro che decidono di darsi volontariamente la morte in un luogo diventato meta famosa dei viaggi senza ritorno continua ad aumentare e si teme che il 2009 segnerà un triste record. A Tokyo, alla stazione di Shinjuku, in questi giorni sono guardate sospetto le persone che acquistano un biglietto di sola andata per il Parco Naturale del Monte Fuji del cui complesso fa parte la foresta dei suicidi. Marzo è un mese orribile per i giapponesi, l´anno fiscale si chiude, i conti non tornano, la crisi sta investendo tutti i settori, il numero di chi decide di uccidersi raggiunge il picco. Ogni anno è così, ma quest´anno si teme il peggio per i guasti della bad economy. Le guardie forestali controllano gli uomini soli che acquistano un biglietto di sola andata e sono vestiti non come escursionisti ma in giacca e cravatta: non è raro che il percorso sia diretto, dall´ufficio, senza neanche passare da casa a cambiarsi - a che serve? - all´ultima destinazione. Invano vengono affissi cartelli con sopra scritto "Pensa ai tuoi bambini" o "Non cercare di risolvere i tuoi problemi da solo. Chiedi aiuto". Nei tre comuni che contornano la foresta dei suicidi, le autorità non si danno pace. Puntavano sul turismo, oggi pensano di reclamizzarsi come "Città dei suicidi - località specializzata, seconda solo al Golden Gate di San Francisco". Ma hanno l´amaro in bocca. Già, perché secondo la legge sono loro i responsabili del recupero cadaveri, dell´identificazione e della garanzia, nel caso non vengano riconosciuti, della loro adeguata sepoltura o cremazione. Un enorme onere finanziario, uno strazio umano rinnovato da una giacenza di oltre 200 corpi a tutt´oggi non identificati che vengono custoditi in stanzette a due letti: un giaciglio per il suicida, l´altro per una guardia forestale. Questo perché, secondo una superstizione diffusa, un cadavere abbandonato nella notte si trasforma in uno spirito maligno. Le guardie forestali tirano a sorte ogni sera il nome di chi dovrà giacere con il suicida. Ci si interroga in Giappone su come la montagna abbia potuto diventare meta dei disperati: si incolpano i mass media, romanzi e serie televisive, ma in realtà il luogo è sempre stato contornato da leggende di morte. Era lì che le famiglie povere abbandonavano i bambini che non riuscivano a mantenere, tanti Pollicini simili a quelli che vagavano nelle nostre selve nere. Per il 2009 si attende la raccolta di molti più cadaveri. Peccato, perché la foresta di Aoikigahara è forse il posto più bello del Paese del Sol Levante. Renata Pisu