Enrico Marro, Corriere della Sera 27/03/2009, 27 marzo 2009
Al referendum alla Piaggio vincono i sì e la Cgil, che ha perso la sua battaglia, firmerà il contratto integrativo
Al referendum alla Piaggio vincono i sì e la Cgil, che ha perso la sua battaglia, firmerà il contratto integrativo. Si è concluso così un test importante su come i sindacati potrebbero risolvere i dissidi tra di loro. Alla Piaggio di Pontedera, fabbrica con circa 3 mila dipendenti, è successo che il 7 marzo si è conclusa una lunga trattativa sul contratto integrativo con l’accordo tra l’azienda di Roberto Colaninno e tre sindacati: Fim-Cisl, Uilm-Uil e Ugl. La Fiom-Cgil, il sindacato più forte (pur non avendo la maggioranza assoluta) ha invece deciso di non aderire, giudicando insufficiente e non garantito il premio previsto (1.760 euro a regime, cioè nel 2011). Le Rsu della fabbrica hanno però concordato di tenere un referendum tra i lavoratori, impegnandosi a rispettare il risultato. La Fiom cioè ha annunciato che in caso di sconfitta avrebbe firmato l’intesa mentre le altre tre sigle hanno detto che se avessero vinto i no, avrebbero ritirato il loro consenso all’accordo. Si sono quindi svolte assemblee con i lavoratori dove tutti i sindacati hanno illustrato le proprie posizioni e infine, da lunedì a ieri alle 14 c’è stato il referendum. Hanno votato 2.632 lavoratori su 2.940 aventi diritto. I sì sono stati 1.490, pari al 56,6%. I no 1.096, cioè il 41,6%. Ventidue le schede bianche e 24 quelle nulle. La Fiom ha ammesso la sconfitta e ha confermato che rispetterà il risultato. «L’esito del referendum – ha dichiarato ieri sera il segretario nazionale Maurizio Landini – indica che la maggioranza dei 2.600 dipendenti della Piaggio che ha partecipato al voto ha approvato l’ipotesi di accordo aziendale. Questo esito lo rende quindi valido. La Fiom ne prende atto e procederà, come si era impegnata, a firmarlo». Non altrettanto sportive altre dichiarazioni rilasciate a caldo. «Quel grumo di opposizione in cui si sta trasformando la Cgil ha perso di nuovo. Una bella lezione da cui continueranno a non apprendere nulla», diceva per esempio una nota della Uil. Secondo Landini, invece, «questa esperienza conferma l’importanza democratica del referendum, unico strumento capace di ricomporre diverse posizioni sindacali». Quello di Pontedera resterà un caso isolato o farà riflettere Cisl e Uil che si può vincere anche dando l’ultima parola ai lavoratori?