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 2009  marzo 26 Giovedì calendario

Film sulla Libia- Caro Romano, il film «Il leone del deserto» sui misfatti del colonialismo italiano in Libia fu bloccato dall’allora sottosegretario agli Esteri, Raffaele Costa, in quanto «lesivo dell’onore dell’esercito italiano»

Film sulla Libia- Caro Romano, il film «Il leone del deserto» sui misfatti del colonialismo italiano in Libia fu bloccato dall’allora sottosegretario agli Esteri, Raffaele Costa, in quanto «lesivo dell’onore dell’esercito italiano». Nel 1982, il ministero degli Esteri italiano diramava un comunicato stampa nel quale affermava: «La rappresentanza italiana a Tripoli è stata invitata ad esprimere alle autorità locali il disappunto dell’Italia per la programmazione, nei circuiti interni e internazionali, e particolarmente negli Stati Uniti, del film finanziato dal governo libico "Il leone del deserto", di impostazione fortemente anti-italiana». Lo affermava Raffaele Costa rispondendo al deputato missino Olindo Del Donno. il quale aveva lamentato come il film, nel rievocare la storia di un patriota libico giustiziato dagli italiani nel 1912, lanciasse violente accuse nei confronti del soldato italiano. Costa rileva altresì come la pellicola rispecchi un’impostazione le cui motivazioni possono essere considerate di tipo politico propagandistico, facendo rilevare come il giudizio sul soldato italiano, nell’impresa libica come nelle guerre mondiali, sia ormai storicamente definito e non appaia suscettibile di revisione tantomeno attraverso una pellicola cinematografica. Alessandro Marzo Magno alessandro.marzomagno@ gmail.com La difesa dell’onore dell’esercito è stata per molto tempo uno degli argomenti con cui i governi hanno giustificato le loro censure. Durante il festival cinematografico di Venezia del 1947 fu proiettato il «Diavolo in corpo» di Claude Autant-Lara, tratto dal romanzo in cui Raymond Radiguet raccontava l’amore di una giovane donna (nel film Micheline Presle) e di uno studente (Gérard Philippe) mentre il marito di lei combatteva nella Grande guerra. Quell’adulterio fu considerato poco patriottico dall’ambasciatore di Francia che, in segno di protesta, abbandonò la proiezione. Credo che l’esercito italiano, dopo le numerose missioni all’estero degli ultimi anni, non abbia bisogno di queste manifestazioni di solidarietà. Suppongo che anche il liberale Raffaele Costa ne sia, in cuor suo, convinto.