Dagospia, 26/03/2009, 26 marzo 2009
C’è tanta gente che, a parte Dio, non manca loro niente. E poi ci sono gli ’spretati’ che passano la loro vita saltando repentinamente da un altare a un anticlericalismo spietato, tipo Bunuel che coniò la celebre battuta: "Grazie a Dio, sono ateo"
C’è tanta gente che, a parte Dio, non manca loro niente. E poi ci sono gli ’spretati’ che passano la loro vita saltando repentinamente da un altare a un anticlericalismo spietato, tipo Bunuel che coniò la celebre battuta: "Grazie a Dio, sono ateo".
Prendete il caso del matematico-mangiapreti Piergiorgio Odifreddi, prezzemolino di libri e di poltrone e piccoli schermi. Oggi nel ciclone per lo scandolo Soria e per il caso Auditorium.
Lo sapevate che l’eroe delle tabelline e del pallottoliere era così laico quasi finì sull’orlo del sacerdozio? 5 anni 5 passati al seminario di Cuneo con dietro una famiglia ipercattolica capitanata da un padre baciapile che andava a messa ogni santo giorno, un pilastro della sua parrocchia.
(Del resto Paolo Flores D’Arcais, il giornalista combattente di ’Micromega’, punta di diamante della società civile contro i diktat del Vaticano, ricevette in doto un genitore stra-cattolico a livello esemplare che frequentava i comitati civici del catto-fondamentalista Gedda).
Anche Umbertone Eco, alla pari del filosofo Gianni Vattimo, oggi militante comunista-gay, arriva dall’Azione Cattolica di Alessandria, e precisamente dalla nidiata di Carlo Carretto - un intellettuale di Gedda che si scagliò contro i comunisti nel ’48 che si era fatto frate.
(Attenzione. Le prime 100 pagine del "None della Rosa" sono in pratica il riassunto di un corso di filosofia e storia in uso nei seminari fino agli anni Sessanta, che Eco scoprì nella biblioteca dello zio prete).
Ancora. Le foto che vedete abitualmente di Don Milani sono state scattate da Oliviero Toscani, quello del bacio tra prete e suora e dei manifesti di preservativi Benetton, grande amico del sacerdote di Barbiana.
Non solo il maledetto Toscani. Don Milani aveva alla sua destra Oreste Del Buono, suo compagno di liceo, che gli pagava l’avvocato, e alla sinistra Bice Valori gli finanziava la scuola di Barbiana.
Non dimentichiamoci che il debutto mediatico del Cardinal Martini fu alle esequie di Montale (a leggere le sue poesie, gran cantore dell’ateismo). Sbirciando invece il recente libro di Pippo Corigliano, gran portavoce dell’Opus Dei, scopriamo l’ultimo passatempo di Indro Montanelli: era quello di presentare preti ai suoi amici agnostici. Pippo spiffera anche che la direttora de L’espresso, Daniela Hamaui, si fece raccomandare da un collega del settimanale per andare a rendere omaggio alla salma di papa Wojtyla.
Nel campo dei vaticanisti, infine, il gioco del ’gratta e vinci il prete" è ovviamente sterminato. Sandro Magister (L’espresso) era compagno di classe di monsignor Ravasi, al seminario di Venegono (Milano). Paolo Rodari (Il Riformista) è anche lui un ex seminarista della Comunità di San Carlo, che oggi pencola sul laicismo spinto. Avanti con Marco Politi (La Repubblica): 8 anni al seminario di Molfetta.
Ma il padre di tutti i vaticanisti anti-papisti è di certo Filippo Gentiloni (Il Manifesto). L’anticlericalismo in Italia è stato teorizzato proprio da colui che in gioventù (oggi ha 81 anni) era un padre gesuita al Collegio Massimo di Roma, con famiglia cattolica e antenati nobili. Dopo un amore con una studentessa, riparò 4 anni in Svizzera, poi ritornò e il Manifesto lo lanciò con articoli permeati dal pensiero più critico che mai verso qualsiasi Pontefice (compreso Karol).