Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 26/3/2009, 26 marzo 2009
EVASORI, LI BECCANO TUTTI A DICEMBRE
Sorpresa dai dati delle Entrate: fino a novembre 2008 incassati 2,3 mld. A fine anno sono diventati 3,7
In un solo mese le somme recuperate ai furbi salgono del 60%
A guardare i dati, effettivamente, il dubbio viene. Perché sul tema caldo della lotta all’evasione fiscale, negli ultimi tempi, l’Agenzia delle entrate guidata da Attilio Befera ha diffuso due comunicati a breve distanza di tempo. Tanto per entrare subito nel dettaglio, il primo porta la data del 26 dicembre del 2008 e dice che nei primi undici mesi di quell’anno la lotta all’evasione ha consentito alle casse dello stato di recuperare 2,3 miliardi di euro. Poi, tre giorni fa, l’Agenzia è tornata sull’argomento e ha comunicato che in tutto il 2008, compreso quindi anche il mese di dicembre, l’azione di contrasto ai furbetti del fisco ha fruttato la bellezza di 6,9 miliardi di euro. Capito? In un solo mese, a una prima occhiata, sembrerebbe che le Entrate abbiano portato a caso più del 100% (6,9 miliardi) di quello che avevano incamerato fino a novembre (2,3 miliardi). Ed è qui che si aprono scenari interessanti. Lo staff di Befera, interpellato da ItaliaOggi, ha spiegato che i 2,3 miliardi dei primi undici mesi del 2008 rappresentano gli incassi da accertamento in senso stretto (cartelle, adesione, acquiescenza e conciliazione). Vanno quindi confrontati esclusivamente con i dati dell’accertamento aggiuntivi di dicembre, che hanno portato lo stock di incassi a 3,7 miliardi. Con questo l’Agenzia fissa un primo punto, che comunque fa pensare a una sorta di «miracolo» compiuto nel mese di dicembre. Eh sì, perché nei soli 30 giorni finali dell’anno gli accertamenti contro gli evasori hanno portato nelle casse dello stato la bellezza di 1,4 miliardi di euro, per l’esattezza il 60,8% in più di quello che si era fatto fino a novembre, quando ci si era fermati a 2,3 miliardi. Per le Entrate, questa escalation dell’ultimo mese è da giustificare con il fatto che è proprio a dicembre che si concretizzano molti accertamenti e che è in questo periodo che l’amministrazione ha portato a termine «grosse operazioni».
Rimane, però, un altro quesito. Preso atto dei 3,7 miliardi che in tutto il 2008 sono arrivati da attività di accertamento, come si fa ad arrivare ai 6,9 miliardi complessivi che rappresentano il cuore e il vanto del comunicato delle Entrate dell’altro giorno? Sempre dall’entourage del direttore spiegano che i 3,2 miliardi aggiuntivi vanno ricondotti ad «attività da 36 bis». Laddove per 36 bis (e seguenti) si intende il numero dell’articolo del dpr 600 del 1973 che disciplina l’accertamento delle imposte sui redditi. Ebbene, questa norma, in sostanza, riguarda i recuperi che l’Agenzia delle entrate perfeziona a seguito di errori compiuti dai contribuenti nella dichiarazione dei redditi. Si tratta, allora, più che altro di un’attività di correzione, di norma segnalata dall’Agenzia al contribuente che successivamente si adegua. A ben vedere, però, si fa un po’ di fatica a considerarla autentica attività di lotta all’evasione. Lo dimostra il fatto che delle pratiche relative all’art. 36 bis si occupa la direzione centrale servizi ai contribuenti dell’Agenzia, e non la direzione accertamento. Insomma, alla fine della fiera su 6,9 miliardi, quasi il 50% esula da una vera lotta sul campo contro gli evasori. Ora, non che questa componente sia stata considerata nel calcolo complessivo soltanto adesso. Anche quando c’era Vincenzo Visco alle Finanze, per esempio, accadeva lo stesso. Nel 2007, infatti, l’ex viceministro sbandierava un risultato di 6,37 miliardi recuperati agli evasori. Al cui interno, però, 3,22 miliardi andavano ascritti ai versamenti diretti dei contribuenti su richiesta dell’Agenzia.