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 2009  marzo 26 Giovedì calendario

Il calo del prezzo delle materie prime ha castrato le speranze dello Zambia. La poverissima nazione sub-sahariana stava crescendo grazie alle sue miniere di rame, che garantivano lavoro alla popolazione (pagata dai gruppi minerari occidentali)

Il calo del prezzo delle materie prime ha castrato le speranze dello Zambia. La poverissima nazione sub-sahariana stava crescendo grazie alle sue miniere di rame, che garantivano lavoro alla popolazione (pagata dai gruppi minerari occidentali). Adesso l’attività mineraria è in calo e il prezzo del rame anche. Il governo dello Zambia non è stato in grado di differenziare la sua economia. A gennaio ha chiuso la miniera di Luanshya ”e l’economia è praticamente morta” dice l’economia zambiano Davi Punabantu. Il Fondo monetario internazionale sta valutando se prestare al paese 200 milioni di dollari, dopo i 79 concessi a giugno scorso. In altre nazioni dell’Africa nera va meglio. In Botswan il gruppo DeBeers ha sospeso le attività in qualche miniera di diamanti, ma il governo ha investito le sue riserve in valuta estera e ha arginato il calo dell’economia. Il Ghana sta raccogliendo investimenti petroliferi, e anche la disperata Liberia è riuscita a sganciarsi dalla dipendenza da una sola materia prima. La Liberia no: il 70% degli incassi del governo arriva dal rame.