Varie, 26 marzo 2009
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Menicucci Gino
• Firenze 7 marzo 1938 (?). Ex arbitro di calcio • «[...] uno dei personaggi più popolari del calcio italiano. Erano i primi anni Ottanta e l’arbitro Menicucci poteva stare simpatico o no, di sicuro non passava inosservato [...] alto, deciso, irridente, la classica faccia da schiaffi, un vero e proprio diavolo del fischietto [...] ”Mi sono sempre divertito quando gli altri perdevano la testa. E che bello quando a urlare era uno stadio intero” [...] uscì di scena nel 1984, subito dopo la morte di Artemio Franchi, presidente dell’Uefa [...] ”Ero un suo protetto, dicevano. Ed era vero, ma ditemi voi quando mai Franchi ha protetto un imbecille. Mi fece smettere Matarrese [...] Feci, subito dopo, cinque anni di televisione, con Biscardi. Ma ero arbitro anche davanti alle telecamere e difendevo il mio mondo, non come Longhi, che lo attacca”. [...] quel Lazio-Udinese che si chiuse con Chinaglia lanciato al suo inseguimento, ombrello in mano [...] ”[...] ma la settimana dopo Chinaglia venne da me a Firenze e passammo una notte intera a bere. Gino, mi disse, qualcosa dovevo pur fare”. Hanno mai provato a corromperlo? ”Se ci avessero provato, forse i soldi li avrei presi. Però ero un tipo strano, poco affidabile. Con me poteva succedere di tutto. Investire su di me sarebbe stato un errore. Sono stato rinviato a giudizio tre volte: a Udine, Firenze e Roma. Sempre assolto in istruttoria [...] Mi piaceva prendere in giro i giocatori, i dirigenti, i tifosi. Una volta fischio rigore e un giocatore mi fa: di prima o di seconda? Di terza, gli faccio io. Ricordo una partita ad Ascoli: Rozzi entra nello spogliatoio, urlando. Se ne vada, gli dico. E lui: questa è casa mia. No, è casa mia e con una spinta lo butto fuori. A Napoli centrarono con un sasso la testa di un guardalinee. Cadde a terra, insanguinato. Corsi da lui. Gli detti un paio di schiaffi, lo rimisi in piedi e lo mandai dall’altra parte del campo. Imitando Lattanzi che aveva raccolto e sbucciato un’arancia tiratagli dalle tribune, in campo mangiai una mela: buona”. [...]» (Roberto Renga, ”Il Messaggero” 26/3/2009) • Paralizzato alle gambe in seguito ad un intervento per l’ernia del disco.