Wall Street Journal, 25 marzo 2009, 25 marzo 2009
Il mercato del petrolio sta prestando poca attenzione alla Russia. Mosca produce il 20% del petrolio non-Opec, le ultime stime del Cremlino indicano per il 2009 una produzione in calo dell’1,1%, a 9,68 milioni di barili al giorno
Il mercato del petrolio sta prestando poca attenzione alla Russia. Mosca produce il 20% del petrolio non-Opec, le ultime stime del Cremlino indicano per il 2009 una produzione in calo dell’1,1%, a 9,68 milioni di barili al giorno. Ma secondo alcuni analisti il greggio russo potrebbe essere molto meno quest’anno, la flessione potrebbe raggiungere anche il 7%. E questo riporterebbe in alto il costo del barile. I petrolieri russi sono molto tassati e quindi hanno pochi soldi da investire in nuovi impianti. All’inizio di gennaio le maggiori compagnie nazionali – Rosneft, Lukoil, Tnk-Bp, Surgutneftgas e Gazperom Neft – hanno annunciato una riduzione media degli investimenti del 15%. La russa Alfa Bank dice che la contrazione della produzione dei giacimenti già operativi è attorno al 16%, e ciò significa che per compensarla le aziende dovrebbero estrarre 1,5 milioni di barili da nuovi impianti. ”Ma questo semplicemente non succederà” ha spiegato il capo della ricerca di Alfa, Ron Smith.