Irene Vallone, il Giornale 25/3/2009, 25 marzo 2009
IL RITORNO DELL’IDROLITINA
Liscia o gassata? Meglio del rubinetto. Con l’acqua alla gola si torna al passato. Ricordate l’Idrolitina, la polvere magica che sciolta nella bottiglia la riempiva di mille bollicine? tornata di moda. Pochi grammi di peso e solo un euro di spesa, consente la produzione di ben venti litri di acqua frizzante in pochi minuti. Basta un tappo a pressione e il risparmio è garantito. E mentre in drogherie e supermercati tutti la vogliono, i banconi delle bevande col marchio restano invendute.
Proprio ieri i lavoratori della San Pellegrino sono scesi in piazza contro i tagli annunciati in tutti gli stabilimenti del gruppo, dalla Val Brembana a Recoaro Terme. Insomma, con la crisi ci si attacca al rubinetto. Anche a New York, dove un insegnante di 26 anni sta diventando miliardario imbottigliando l’acqua potabile. In meno di sei mesi ha già venduto 50mila bottigliette, al prezzo di un dollaro e mezzo ciascuna. L’idea gli è zampillata mentre era a cena con un amico. «Ci avevano servito dell’ottima acqua ghiacciata in caraffa e ci siamo domandati perché fosse così buona», racconta sul Los Angeles Times, «Così abbiamo scoperto che viene da 19 riserve e 3 laghi naturali, lontani fino a 250 chilometri dalla città». Craig Zucker non è l’unico ad aver fiutato l’affare. Sono molti, infatti, i ristoranti della Grande Mela che si riforniscono direttamente dall’acquedotto.
Ad avercelo, però, il rubinetto. I dati del 5° Forum mondiale sull’acqua che si è appena concluso a Istanbul sono allarmanti. Le persone che vivono senza acqua potabile sono un miliardo e 200mila, pari ad un quinto della popolazione globale. Oltre 2 milioni e 200 mila le morti all’anno per pozzi infetti, sei milioni si ammalano di tracoma, perdendo la vista. Nel 2025, se non si farà qualcosa, i profughi idrici, cioè le popolazioni costrette a spostarsi per la mancanza d’acqua - oggi circa 200 milioni - potrebbero quadruplicare. E nel 2030 metà del pianeta potrebbe restare a secco. L’acqua sta diventando un problema per tutti. Domenica scorsa, per la Giornata mondiale a Milano si è alzato il sipario su ”H2ORO - L’acqua, un diritto dell’umanità”, promosso dall’organizzazione internazionale Cispi a favore di tredici Paesi, dall’Africa, America latina all’Asia.
«Abbiamo spinto la gente a riflettere sui paradossi e gli sprechi anche di un Paese ricco d’acqua come il nostro, dalle privatizzazioni, le multinazionali alle guerre delle dighe», spiegano gli autori dello spettacolo Fabrizio De Giovanni e Maria Chiara Di Marco. Intanto, da Nord al Sud, prosegue la battaglia, specie nei piccoli comuni, per accaparrarsi le riserve idriche. Non tutti sanno, per esempio, che il decreto legge 185/2008, varato per aiutare le famiglie in crisi, stabilisce che fino al 31 dicembre di quest’anno tutte le tariffe siano bloccate, tranne quelle dell’acqua, proprio adesso che il Cipe ha introdotto la possibilità di un aumento astronomico della quota fissa. E se in Lombardia, grazie al veto in consiglio regionale di una legge che favoriva l’ingresso dei privati nel servizio idrico, l’acqua resta pubblica, nel resto dell’Italia conviene fare economia. Come insegna Cristina Gabetti nel suo ”Tentativi di Eco-condotta” (Rizzoli) gli accorgimenti sono tanti. Dall’uso attento di lavastoviglie, lavatrici, scarichi wc, al monitoraggio di perdite nei tubi, alla semplice abitudine di chiudere il rubinetto mentre ci insaponiamo o laviamo i denti. Intanto, sempre a Milano, data la grande affluenza, la mostra a Palazzo Reale l’”Anima dell’Acqua” verrà prorogata fino al 12 aprile. Attraverso i capolavori di artisti come Masolino da Panicale, Tintoretto, Brueghel, Perugino, Segantini e Tintoretto si potrà capire il valore di questo elemento naturale, fonte di vita e di bellezza. Anche Narciso, specchiandosi per ammirare sé stesso nel quadro attribuito al Caravaggio, aveva un disperato bisogno d’acqua pulita.