Lucia Annunziata, La stampa 25/3/2009, 25 marzo 2009
POSTA, RISPOSTA
Europee: vecchi trucchi e nuove regole
Leggo con grande e sincera condivisione della sua limpida presa di posizione in merito a Berlusconi, che candidandosi alle europee truffa i suoi elettori, in quanto non è compatibile il suo attuale incarico di presidente del Consiglio con l’eventuale elezione a deputato europeo. E sembra ovvio che in questa evenienza sceglierebbe di rimanere «premier» in Italia truffando, quindi, chi lo vota per una carica istituzionale che non ha alcuna intenzione di prendere.
Mi viene però difficile pensare che lei non abbia mai avuto modo di parlare con la sua collega Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, che, candidata alla presidenza della Regione siciliana - in luogo della candidata «in pectore» del centrosinistra, Rita Borsellino, uscente senza che avesse compiuto il mandato - ha poi rinunziato alla sua presenza nell’Assemblea regionale, tradendo i suoi conterranei. Qui ancòra ricordiamo, da Rita Borsellino a tutti i siciliani, il suo tradimento.
GIUSEPPE SUNSERI, PALERMO
Due giorni fa la direzione del Pd ha affrontato il tema delle candidature, prendendo una decisione che forse ricompensa anche lei di alcune scelte fatte nel passato. Franceschini, per allineare il partito ai criteri in base ai quali critica il premier, ha deciso che alle prossime elezioni europee si dovranno applicare con rigidità i criteri di incompatibilità. In parole semplici: tutti coloro che hanno cariche non potranno entrare in lista per nessun’altra carica.
una norma molto popolare presso l’elettorato del Pd, che è particolarmente sensibile alle regole, alla coerenza, e al ricambio della classe dirigente. Questo nuovo corso permetterà infatti di affrontare le Europee non più come paracadute o risistemazione di leader politici. Bruxelles, tra l’altro, merita più rispetto di quanto facciano gli eletti italiani (di destra e di sinistra), dal momento che il nostro Paese ha il più alto numero di avvicendamenti nei seggi europei.
Tuttavia, se lei segue queste lettere sa che non credo che la politica faccia schifo. Penso anzi che essendo la politica semplicemente il mestiere della gestione della cosa pubblica, abbia bisogno di una forte dote di analisi e di distinzione: bisogna sempre sapere che cosa va bene e che cosa va male, e chi va bene e chi va male. Distinguere dunque. Dopo aver lodato la scelta dell’incompatibilità, non posso che indicare anche l’altra faccia di questo principio: il Pd metterà in campo nomi nuovi, in generale poco conosciuti, perchè i big del Pd sono già tutti in carica. Sarà una ventata di aria fresca. Ma contro avrà quasi dappertutto il premier e molti dei big del Pdl. Questa giusta riforma contiene anche un rischio sconfitta più marcato di prima. Basta saperlo, per non dover poi troppo tardi criticare chi oggi decide.