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 2009  marzo 25 Mercoledì calendario

BESTSELLER D’ITALIA

Due milioni di copie vendute in Italia (e più o meno altrettante all´estero) in poco meno di tre anni. Con questa performance straordinaria Gomorra si accomoda nel ristrettissimo circolo di quei libri che definire solo best seller potrebbe suonare quasi riduttivo. Gli editori considerano grandi successi i libri da tre-quattrocentomila copie in su, e quando le tirature si contano a milioni nascono definizioni come "monstrum" o "gigalibri" a sottolinearne l´assoluta eccezionalità. Come mostra la classifica pubblicata in questa pagina (che riguarda esclusivamente le vendite in Italia di romanzi italiani dichiarate dagli editori) Roberto Saviano si trova in compagnia di altri "fenomeni".
Tutto, non solo il successo editoriale, concorre a dimostrare che Gomorra sia un oggetto fuori dall´ordinario. La sua natura plurale, che appartiene tanto al romanzo, quanto al reportage e al libro di denuncia. Gli effetti prodotti sull´ambiente circostante, a cominciare tristemente dalle giornate "blindate" del suo autore, l´attenzione globale su un paese prima sconosciuto come Casal di Principe, e poi un film (caso raro) premiato dal favore del pubblico come dalle Giurie dei festival, e ancora una discussione sullo stato della letteratura italiana, andato avanti per mesi sulla rete e approdato infine in un libro (New Italian Epic di Wu Ming).
Ma il "super best seller" è sempre un mistero, qualcosa che il mercato editoriale non riesce mai a prevedere e sorprende l´editore stesso che lo ha fra le mani. «Che Gomorra fosse un libro eccezionale, l´avevamo capito subito � racconta Massimo Turchetta, direttore generale dei libri Mondadori � La qualità letteraria straordinaria, che secondo me è la spiegazione del suo successo, era lampante. L´esito commerciale, invece no. Ma non c´è da stupirsi, mai nessuno sa prima che raggiungerà certe vette».
Una formula bell´è pronta per confezionare il "mega best seller" dunque non esiste. Lo conferma Alessandro Dalai, che con Va´ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro e Io uccido di Giorgio Faletti vanta un palmarès di tutto rispetto.
«Ogni libro è un caso a sé � racconta Dalai �L´editore legge il testo, intuisce una potenzialità, decide di crederci. Ma nessuno sa prima quanto venderà. Si comincia con tirature di 20 mila copie, e bisogna essere pronti a star dietro al mercato se la domanda cresce. Il "monstrum" nasce quando scatta il "passaparola", che è il meccanismo imprescindibile di tutti i grandi successi. A farlo partire, nel caso della Tamaro, è stato per esempio il favore di Federico Fellini e dei suoi amici». Ma può capitare che il futuro best seller conosca anche opposizioni furibonde. accaduto a Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano (3.000.000 in totale nei diversi volumi), protagonista sempre Dalai. «Ero appena arrivato in Einaudi, che usciva dall´amministrazione controllata. Il suo formidabile catalogo non garantiva vendite adeguate. Quando proposi "le formiche", firme storiche della casa come Natalia Ginzburg e Giulio Carlo Argan si mobilitarono per scongiurare "lo stupro dello Struzzo". Il libro si è fatto, ma poi me ne sono andato e con la Baldini Castoldi e Dalai ho pubblicato le puntate successive».
Oggi i best seller non fanno più scandalo e il mercato italiano somiglia da vicino a quelli più avanzati. I lettori crescono e i grandi successi sono sempre più frequenti, nella letteratura di intrattenimento come in quella di qualità. Può sorprendere che La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, sempre Mondadori, ha realizzato un milione e duecentomila copie in un anno, più o meno altrettante il romanzo di Margaret Mazzantini Non ti muovere uscito nel 2001 sempre da Mondadori. O ancora, ha raggiunto inaspettatamente 1.800.000 copie Enrico Brizzi con Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1995, ancora Baldini Castoldi e Dalai) che supera di poco Niccolò Ammaniti con Io non ho paura (1.650.000 Einaudi, 2001).
Il best seller italiano è spesso di qualità, e questo non è altrettanto vero altrove. Giuliano Vigini, direttore dell´Editrice bibliografica, tra i massimi esperti del mercato editoriale, da tempo studia il fenomeno. «Noi traduciamo praticamente tutto quello che si pubblica nel mondo, negli Stati Uniti invece il 90% della produzione è anglosassone. E se da noi il grande best seller resta imprevedibile, gli americani hanno gli "ingegneri di storie" che costruiscono con grande abilità successi un po´ tutti uguali. Ci sono così i bestselleristi "seriali", come Wilbur Smith, Tom Clancy, Jeffery Deaver. E addirittura quelli "postumi", come Robert Ludlum, che da quando è morto ogni anno sta in classifica con un nuovo libro».
Ecco, le classifiche. Da quelle italiane mancano le cifre di vendita assoluta (si basano sul metodo dei numeri indice) che invece in molti paesi esteri vengono pubblicati, almeno una volta all´anno. E alle rilevazioni sfuggono fenomeni importanti e spesso sorprendenti. Dice Vigini: «Tutte le vendite nei circuiti specializzati, come quelli tecnici economici e giuridici, non sono censite. Così come quel formidabile circuito alternativo delle librerie religiose. Per anni il Cardinale Martini ha pubblicato un fascicoletto di 30-40 pagine con la sua Lettera di Natale ai fedeli. E ogni anno ne ha venduto più o meno un milione di copie».