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 2009  marzo 21 Sabato calendario

NUOVO STADIO A PROVA DI CRISI: PER I BIANCONERI MUTUO DA 50 MILIONI


Dietro alla Juventus, solo buoni propositi e qualche manifestazione di volontà. Ora che l’accordo fra il club bianconero e l’Istituto per il Credito Sportivo è sottoscritto (di 50 milioni il finanziamento, 12 gli anni della durata del mutuo più 3 di preammortamento), il calcio italiano guarda al progetto del nuovo stadio della Juve come ad una fuga da imitare cercando di acquistarne tempi e segreti. «Se siamo il club più europeo d’Italia? Sta a voi dirlo...», così Jean Claude Blanc, amministratore delegato bianconero e, oggi, al centro di un processo che fa della dirigenza juventina l’apripista rispetto ai colleghi al vertice di altre realtà. I motivi? La prima risposta la dà lo stesso presidente della «banca dello sport», Andrea Cardinaletti: «La Juventus si è presentata da noi non solo come una società sportiva, ma, soprattutto, come una vera e propria impresa. A monte della fiducia che abbiamo concesso al progetto, c’è la consapevolezza di un club che sa di dover investire sulle competenze dei suoi uomini».
Impresa che ottiene fiducia in un clima di crisi e recessione: questa la sfida, vinta, che porterà, fra 26 mesi, la Juve a battezzare un impianto da 40.200 posti, 34 mila metri quadrati destinati all’area commerciale (60 i soli punti vendita) e dal design ”griffato” Giugiaro e Pininfarina per un investimento totale di 105 milioni di euro.
«In un panorama economico non facile questo investimento - così Blanc - è una buona notizia anche perché stiamo parlando di un progetto che si tradurrà in posti di lavoro (circa 3 mila, ndr). La Juve chiuderà il prossimo bilancio in pareggio, aspetto significativo per dimostrare a chi deve finanziare la realizzazione dello stadio che la società è solida». Garanzie e fatti. Così lo scatto in avanti del club bianconero ha aperto una strada che Blanc definisce «all’italiana» e che, ora, dovrà trascinare il nostro calcio allo strappo con il presente. «Il nostro obiettivo - continua l’ad della Juve - è quello di triplicare i ricavi dei biglietti e avvicinarci a standard europei dove club che gestiscono i propri impianti vedono aumentare anche di 100 milioni a stagione i rispettivi fatturati. Il modello inglese è quello da seguire? Penso piuttosto alla Germania dove esiste una minore dipendenza dai diritti televisivi, dove gli stadi sono sempre pieni e dove i bilanci della società sono in equilibrio».
La Juve è davanti a tutti, dietro c’è molta incertezza. I palazzi dello sport italiano strizzano di nuovo l’occhiolino alla candidatura, forse insieme alla Francia, per organizzare gli Europei, stavolta quelli del 2016. «L’accordo siglato con il Credito Sportivo - così il presidente Cobolli Gigli - rappresenta la chiusura di un’operazione finanziaria che ci consentirà di costruire il nuovo stadio senza intaccare le risorse a disposizione dell’area sportiva. Si tratta di un nuovo modello di business economico compatibile». Alle spalle del numero uno bianconero, scorrono le immagini del nuovo tempio della Juve. La distanza fra le prima fila di seggiolini e il campo sarà di 8 metri, di 27 è quella attuale («I tifosi ascolteranno i consigli di Del Piero ai compagni», sorride Blanc). Quella fra la stessa Juve e le concorrenti nella corsa al nuovo stadio è abissale: l’Inter e la Sampdoria si sono solo affacciate al piano alto del Credito Sportivo. L’Italia che sogna Euro 2016 è al lavoro, le diplomazie anche perché fra Roma e Parigi c’è più di un contatto. «I bianconeri hanno aperto un nuovo campionato, adesso spetta agli altri seguirli», afferma il presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese. «Dai plastici, la Juventus è passata ai fatti», chiosa il presidente del Coni, Gianni Petrucci.