Renzo Arbore, Corriere della sera 21/3/2009, 21 marzo 2009
IL RITMO DELLA LETTERA 22 E’ QUELLO DELLA MIA VITA
«Tic tac tic tac. Lento, armonico. Il ritmo della Lettera 22 è il ritmo della mia vita, delle mie cose. su questo spartito che io ho costruito la mia personalissima musica interiore. Non mi separo mai dalla mia macchina per scrivere, anche perché ho cominciato con lei. Era il 1964 e dovevo presentare la domanda per il concorso alla Rai. Come sempre arrivo in ritardo, mi accorgo che il termine per la presentazione scade a mezzogiorno. Scrivo in fretta, finisce il nastro, non c’è tempo per la sostituzione. Per farla breve: invio la mia formalissima domanda in una lettera a due colori, rosso e blu. Ma mi ha portato fortuna. E ancora oggi lei è lì, sulla mia scrivania, accanto alla più elegante Valentina di Sottsass, rossa, sofisticata. Io possiedo innumerevoli oggetti, dalla radio Castiglioni al vecchio registratore Gelosino. Ci sono delle cose per le quali arriviamo a provare affetto. Nel mio caso, la cosa ha un rumore: tic tac».
Onnipresente «Non mi separo mai da lei, mi ha portato fortuna»