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 2009  marzo 23 Lunedì calendario

PREZIOSI, IL GORMITO VALE LA CHAMPIONS


Dal Gormito a Diego Milito, Enrico Preziosi sta vivendo un ottimo girone di ritorno. Il Genoa in zona Champions League è stato sdoganato anche dai partner finanziari entrati per sostenere la Giochi Preziosi in due ondate (il fondo 3i nel 2005 e Clessidra nel 2008). Il club più antico d’Italia si è infatti spostato dal controllo della Enrico Preziosi spa, messa in liquidazione il 26 febbraio scorso con un rosso finale di 5,3 milioni di euro, per finire sotto la Fingiochi fianco a fianco con il resto del business di famiglia. «In Fingiochi », dice Preziosi, «ci sono risorse economiche sufficienti per la squadra». Che ha chiuso il bilancio in attivo per 1,5 milioni ma avrà bisogno di sostegno per i conti 2008-2009.
L’operazione sul Genoa è una prova di fiducia se si pensa che nel novembre 2004 i rossoblù avevano fatto il percorso inverso, dalla Fingiochi alla Enrico Preziosi, insieme al Como, l’altro club al tempo controllato dall’imprenditore di origine irpina con base operativa a Cogliate, in Brianza.
Partenza da Como
L’espulsione del calcio dal perimetro aziendale era stata pretesa dalle banche creditrici, spaventate dall’ indagine per la bancarotta fraudolenta del Como e dal processo per frode sportiva che riportò il Genoa in serie C1. Lo scorso ottobre la vicenda penale è chiusa con un patteggiamento di Preziosi a 1 anno e 11 mesi e 5 milioni di risarcimento.
Quanto al Genoa, il club è tornato in serie A nel 2007-2008 e in campionato è poco dietro i 200,8 milioni di euro di perdite complessive di Inter, Juventus e Milan. L’argentino Milito, ceduto in Spagna dopo la stagione 2004-2005, è di nuovo in rossoblù e guida la squadra verso l’eden della Champions, dove la sola presenza nel girone di qualificazione vale 10-12 milioni di euro.
Il gioco del Grifone riflette bene il carattere di un proprietario con grande fiuto per gli affari e un’innata predisposizione al gol. All’ autogol, talvolta.
Nel 2004-2005 anche la Giochi Preziosi era finita nella serie C1 dell’imprenditoria con 590 milioni di euro di ricavi e oltre 230 milioni di debiti netti che si mangiavano l’utile in interessi passivi. L’ultimo bilancio (2007-2008) registra un fatturato consolidato di 771,2 milioni con aspettative di crescita che l’azienda stima in altri 150-200 milioni annui con lo sbarco dei Gormiti sul mercato statunitense.
Utili e debiti
Il piano industriale prevede di raggiungere il traguardo di 1 miliardo di ricavi nel 2011. L’Ebitda e l’Ebit sono rispettivamente a 94,4 e 59,4 milioni con un utile netto di 6,6 milioni. L’indebitamento rimane la nota dolente con 331,2 milioni di euro che dovrebbero scendere a 276 milioni nell’anno fiscale 2011. «I giocattoli stanno volando », dice Preziosi. «Il prossimo anno faremo il 25-30% in più sull’ Ebitda». Primo nel mercato italiano e quarto al mondo dopo Mattel, Hasbro e Lego, il patron del Genoa continua a cercare opportunità sui mercati esteri come farebbe con un centrocampista o un laterale difensivo.
Stati Uniti e Cina
Negli ultimi tre mesi, il gruppo di Cogliate è arrivato in Cina attraverso l’acquisizione di una quota del distributore Kaleeto, ha rilevato l’intero capitale della Giochi Preziosi Germany e ha varato due newco in Francia e Turchia con partner di minoranza locali. La convivenza con i partner bancari e del private equity sta rendendo più accorto in difesa il modulo di Preziosi. Con la chiusura della spa italiana intitolata al fondatore del gruppo, la controllante lussemburghese Moeblerry diventa una scatola vuota e sarà liquidata, anche se fino allo scorso luglio ci sono stati avvicendamenti fra gli amministratori. Al posto del commercialista milanese Achille Severgnini è entrato in cda Brunello Donati, fiduciario ticinese con clienti controversi come Gianluigi Facchini di Finpart, l’ex Bpl Giampiero Fiorani e l’agente dei divi Lele Mora.
Scatole e fisco
La passione di Preziosi per i paradisi offshore, i trust delle isole del Canale e le fiduciarie di Madeira ha procurato all’imprenditore più di un fastidio. L’ultimo riguarda gli accertamenti fiscali della Procura di Torino sulla cessione di una quota Fingiochi dell’ex azionista Fabio Capello, commissario tecnico della nazionale inglese, al Preziosi Family Trust di Guernsey.
Anche il trust è stato eliminato.
L’ultima iniziativa del nuovo corso è in Italia e riguarda l’acquisizione di un patrimonio immobiliare da 130-135 milioni di euro («per i figli», dice il presidente del Genoa) distribuito fra Portofino, Santa Margherita, Capri, Desenzano del Garda e Mantova. Il veicolo dell’operazione si chiama Assobello, in società con la reggiana Coopsette, e sarà finanziato dalla Carige e dai fondi che Preziosi ha incassato all’avvicendamento fra 3i e Clessidra.
Alla periferia del gruppo c’è una piccola quota dell’ impresa Bergamelli acquisita a fine gennaio insieme al socio Fabrizio Bertola, imprenditore della logistica che ha nel 2004 ha comprato da Preziosi Villa Garzoni di Collodi, dove fu scritto Pinocchio. Bergamelli è un piccolo costruttore di Nembro (Bergamo). La sua commessa più nota è la villa di Flora Bartolini, suocera di Silvio Berlusconi, a S’Chanf in Engadina.
Bergamelli è anche il proprietario del Pergocrema (Prima divisione, l’ex C1). Un primo passo verso una nuova multiproprietà come ai tempi del Como? «Assolutamente no», è la risposta.
«Adesso bisogna pensare a distribuire equamente i diritti tv. Non è possibile che il Napoli prenda 70 milioni e noi 18. Con tutta la stima per Adriano Galliani in Lega ci vuole un manager».