Lavinia Farnese, Novella 2000, n. 13, 26/03/2009, pp. 50 - 53, 26 marzo 2009
Andrea Montovoli. Ha perso il padre a 12 anni. «Faceva il manovale, se n’è andato nel sonno. Non navigavamo nell’oro, sebbene mia mamma lavorasse dall’alba alla notte in un centro disabili per non farci mancare nulla
Andrea Montovoli. Ha perso il padre a 12 anni. «Faceva il manovale, se n’è andato nel sonno. Non navigavamo nell’oro, sebbene mia mamma lavorasse dall’alba alla notte in un centro disabili per non farci mancare nulla. Così, mi sono rimboccato le maniche. Ho fatto il boscaiolo, l’elettricista in una fabbrica, le pulizie. Poi ho iniziato a fare il cameriere, il barista, il pizzaiolo. Nel mentre, studiavo da perito informatico. Rifarei tutto. Ti bruci l’età dei giochi, e la spensieratezza, ma nella giungla poi sai muoverti meglio. Sei addestrato». Da bambino aveva due sogni. «Il primo, diventare calciatore. Fino a 12 anni giocavo da professionista. Avevo ricevuto richieste anche dalle giovanili del Bologna e del Parma. Mi accompagnava mio padre, ai campi. Poi è mancato e ho smesso. A 14 anni ho riprovato, ma non era più come prima». E l’altro? «Il cinema. L’ho scoperto a 16 anni. Fino a notte fonda guardavo i film in tv. Un giorno un mio amico che si dilettava in una compagnia teatrale amatoriale mi fa: stiamo mettendo in scena La Tempesta di Shakespeare, ci serve un Calibano. Vieni? Non ero mai stato su un palco. E non sarei mai sceso». Dopo «ho iniziato a comprarmi i giornali dei provini. E a mettere ”x” sui casting più interessanti. Con il primo stipendio di pizzaiolo ho fatto un book fotografico. Dopo molte porte sbattute in faccia, mi prese sotto la sua ala un’agenzia di Milano. Il cerchio buono, lo definirei. […] Grazie al mio book e a quell’agenzia mi ha notato Luca Carboni per il videoclip Lampo di vita. Subito dopo, effetto domino, Fabio Volo mi ha voluto per una piccola parte in Uno di due. […] Era la mia prima volta su un set cinematografico. Poi, come un topolino che mangia la sua groviera bocconcino dopo bocconcino traendone però gran gusto, ero nelle fiction: Ris, l’Ispettore Coliandro, Quo Vadis Baby?». Fino ad arrivare a Albakiara, di Stefano Salvati, con il figlio di Vasco Rossi, Davide. «Abbiamo lavorato gomito a gomito per otto mesi. Ora siamo amici. E visto che faccio il dj, ci siamo divertiti ad aprire i concerti di Vasco, quest’estate, allo Stadio San Siro a Milano e all’Olimpico di Roma. Ma ci siamo avviliti. Io ero il vocalist, dovevo aizzare la folla. E lui suonare. Ma si sa, come va in queste occasioni, a te non ti si fila nessuno, e finisci a fare la parte dello sfigato, perché lì, tutti, aspettano le note di Sally». Poi l’abbiamo visto ne Il papà di Giovanna di Pupi Avati e sarà il rivale di Raoul Bova in Scusa ma ti voglio sposare di Federico Moccia. «Non credo di poterlo insidiare più di tanto». *** Secondo classificato a Ballando con le stelle, in coppia con Ola Karieva. *** Nella vita indossa un paragola che fa da cappello. «E’ un portafortuna. Me l’ha regalato mia sorella Anita, che ha 18 anni». *** «Ho sempre al polso destro la collana d’argento che mio padre portava al collo. E alla mano l’anello di mia nonna». *** Le sue fan sono chiamate ”montovoline”. *** Single.