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 2009  marzo 23 Lunedì calendario

LE PAURE DEGLI ITALIANI


E’ la precarietà lavorativa ed economica la «grande paura» che assale gli italiani. Lo confessa il 32 per cento dei connazionali, mentre un altro 18% teme per la caduta del tenore di vita. I due fattori, sommati, totalizzano un 50 per cento di cittadini che collocano al primo posto della classifica della negatività la condizione finanziario-sociale. La crisi economica orienta così in maniera decisiva il diagramma del sondaggio che vede poi un 30% che teme la microcriminalità, il 12% l’angoscia della solitudine, l’8% altri fattori.
Il fortino assediato

Questi dati emergono da un’indagine promossa dall’Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia) e Fondazione Cittalia in materia di sicurezza urbana. Al setaccio migliaia di cittadini, con un «focus» su undici aree metropolitane (Napoli, Palermo, Bari, Roma, Torino, Bologna, Milano, Genova, Firenze, Cagliari, Venezia) riferito al senso di sicurezza e alla percezione di insicurezza urbana. Ne esce un’Italia che per certi aspetti sembra vivere «nel fortino», assediata da paure metropolitane come microcriminalità e immigrazione clandestina.
I risultati saranno presentati questa mattina a Novara, con il ministro Roberto Maroni, nel primo confronto tra sindaci e Governo durante il convegno organizzato da Anci nazionale e Anci Piemonte, a otto mesi dall’entrata in vigore del «pacchetto sicurezza» che ha ampliato i poteri di ordinanza dei primi cittadini.
La «mappa della paura» ha colori diversi a seconda delle città di appartenenza, e le risposte elaborate da Cittalia su dati SWG riflettono gli effetti psicologici legati alla frequenza e alla ripetitività degli episodi accaduti. Così Bologna e Roma sono ai vertici per l’ossessione delle molestie e violenze sessuali. A Torino, Milano e Genova sono l’immigrazione clandestina e lo spaccio di stupefacenti i reati che creano maggior allarme sociale. A Napoli la criminalità organizzata.
La percezione

Ed è proprio il capoluogo campano il centro metropolitano ritenuto più insicuro dai suoi residenti, con una percentuale (91%) che non lascia spazio a contestazioni. Al secondo posto Palermo e al terzo Bari; a Roma oltre la metà della popolazione ha la percezione che la vita nella capitale non sia delle più sicure. Scendono sotto il 50% Torino, Bologna, Milano, Genova. A Venezia (dove i furti in appartamento sono il primo fattore d’insicurezza) soltanto il 19% nutre sensazioni di paura. Quasi ovunque lo spaccio di stupefacenti genera maggior senso di insicurezza. Ma la preoccupazione per gli scippi è fra i primi problemi indicati a Bari, Genova, Napoli e Palermo.
In questo filone s’inserisce il pacchetto di ordinanze che i sindaci (non solo delle grandi città) hanno adottato per fronteggiare il crimine o aumentare il senso della sicurezza urbana. Sono state emanate soprattutto al Nord (66,7%), di cui il 40,3% dai primi cittadini del Nordovest e il 26,4% da quelli del Nordest. Il tema maggiormente trattato riguarda il divieto di prostituzione (16%), seguito da quello di somministrazione di alcol (13,6%), vandalismo (10%) e dall’accattonaggio molesto (8,4%). E poi ordinanze specifiche: passate alla cronaca quelle del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, contro il divieto di consumare panini accanto ai monumenti; oppure quella del collega di Novara, Massimo Giordano (sempre del Carroccio) che vieta di fermarsi in tre o più persone di notte nei parchi pubblici. I cittadini apprezzano? Il 37% degli intervistati giudica che questi regolamenti hanno avuto il pregio di cogliere il problema ma «sono poco efficaci» e un 29 per cento dice che da soli non bastano. La percentuale dei favorevoli è del 17 per cento, mentre 10 residenti su cento hanno risposto che lo strumento è sbagliato.
In salvo

Sul grado di efficacia e sulla necessità di rafforzarla si parlerà oggi a Novara, mettendo a confronto esperienze e ricette dei sindaci. Tenendo conto anche dei risultati dell’indagine a tutto campo, da cui emergono indicazioni di comportamento dei cittadini. Una sorpresa arriva dal capitolo dedicato ai luoghi in cui la gente si sente più sicura: i centri commerciali in prima posizione, seguiti dal camminare in centro, in auto fermi al semaforo, in luoghi affollati. Al convegno, che sarà chiuso dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, partecipano anche Marta Vincenzi di Genova, che ha denunciato le infiltrazioni mafiose nel suo territorio, Roberto Cota capogruppo Lega Nord alla Camera, l’onorevole Giorgio Merlo del Pd.