Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  marzo 23 Lunedì calendario

L’OLANDA RESTITUISCE AL GHANA LA TESTA DEL RE ASHANTI


Finalmente Nana Bandu Bonsu II, il re degli Akan-Ashanti, la tribù che dominava quello che oggi si chiama Ghana, giustiziato dagli olandesi intorno al 1830, potrà riposare in pace, con la testa, staccata a suo tempo, riagganciata al corpo. Ora quel capo è custodito, immerso nella formaldeide, in una teca all’istituto di anatomia dell’università di Leiden.
Secondo il sito www.Ghanaweb. com, la testa di Nana Badu Bonsu è stata scoperta da un romanziere olandese, molto famoso in patria, Arthur Japin, che stava raccogliendo informazioni per un racconto che voleva ambientare in quella zona dell’Africa, allora dominata dalla presenza militare dei Paesi Bassi. «Il volto è incorniciato da una leggera barba e i suoi occhi sono chiusi. Sembra quasi che dorma», ha detto lo scrittore.
Per questione di opportunità a nessuno è stato possibile scattare fotografie.
Gli olandesi avevano costituito posti per il commercio degli schiavi e delle materie prime sulla costa africana alla fine del 1500, tenendoli saldamente in mano fino alla fine del 19˚ secolo.
Secondo Japen il re era stato passato per le armi e il suo corpo decapitato per vendetta contro l’uccisione di due emissari olandesi, i cui crani erano stati esposti come trofei sul trono del monarca. Gli scienziati di allora avevano chiesto alle autorità di portare la testa di Badu Bonsu in Olanda per studiarlo e dimostrare che «in fondo gli indigeni che abitavano l’Africa erano uguali a noi».
Dopo la scoperta, alla fine dell’anno scorso, il governo del Ghana ha chiesto all’Olanda il ritorno della testa in patria. In parte perché l’esposizione del re in una teca può essere causa di una forte umiliazione per la popolazione dell’ex Costa d’Oro, ma soprattutto perché così – secondo i miti, le tradizioni e la magia locali – finalmente lo spirito del monarca può trovare pace evitando al corpo di vagare in cerca della sua parte principale, per 170 anni conservata in formaldeide.
I giornali del Ghana hanno già annunciato che al ritorno è previsto un grandioso funerale – forse addirittura di Stato – degno di un capo che ha combattuto i colonialisti, con una «pratica magica decontaminante » che tolga tutti i residui della formaldeide e restituisca le dignità regale che si merita quella testa. Non solo. Sono previsti esorcismi perché quella parte del corpo rimasta tanto tempo in Europa potrebbe in qualche modo essersi corrotta o aver perso la sua «dimensione » africana.
In Africa Occidentale la magia si mescola a quel mondo paranormale legato alle religioni animiste. L’esposizione della testa del re, che potrebbe essere solo considerata un affronto alla dignità di un popolo, viene interpretata anche come un oltraggio alla sua vita extraterrena. Lo spirito di chi ha avuto la testa mozzata dal corpo vagherà in eterno. Solo una ricongiungimento fra le due parti potrà porre fine al calvario. Ancora di più questa filosofia vale per gli Ashanti, un popolo guerriero che si è battuto contro la penetrazione colonialista. Il suo re, finalmente, riposerà in pace.