Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  marzo 20 Venerdì calendario

SINDACI IN ROSSO


Massimo Cacciari, Walter Veltroni, Leonardo Domenici, Letizia Moratti. Ecco i sindaci tossici d’Italia. Quelli che pensavano di gonfiare le casse dei loro Comuni giocando d’azzardo con la finanza. E alla fine sono inciampati sulla mina dei derivati. Invece dei guadagni facili sono arrivate le perdite. Tanto il denaro è pubblico e a pagare sono sempre loro: i cittadini.
Operatori s-qualificati

Eppure i cosiddetti swap non sono mica una truffa, anzi. I derivati sui tassi d’interesse sono strumenti utili perché ti proteggono proprio dal rischio di fluttuazione dei tassi. Insomma una specie di assicurazione che io Comune faccio con te banca per proteggermi dal rischio di tasso. Diventano pericolosi quando se ne abusa, quando chi li vende (le banche) non spiega bene come funzionano a chi non ha una preparazione finanziaria adeguata (gli assessori comunali al bilancio o i ragionieri capo). Con il risultato che gli enti vanno dalle banche per farsi assicurare e poi si ritrovano a fare loro gli assicuratori delle banche. La differenza tra il derivato e il mutuo, infatti, è che con il mutuo a tasso fisso sai esattamente cosa paghi, con il derivato dipende dall’andamento dei tassi: se sei fortunato puoi non dover rimborsare niente, ma se ti va male ci rimetti anche dieci volte tanto. Qualcuno nei consigli comunali ha storto anche il naso, intuendo l’inghippo, ma alla fine ha ceduto pur di ottenere denaro contante da spendere subito per far felici gli elettori. Ecco spiegato come i sindaci tossici sono diventati dipendenti dagli swap. Da Nord a Sud l’effetto è devastante: secondo gli ultimi dati della Corte dei Conti il debito complessivo dei soli Comuni ammonta a 46,6 miliardi di cui 27,3 miliardi sono derivati. Tradotto: Metà dei bilanci comunali è in derivati. Non solo. Sempre secondo le tabelle della Corte dei Conti, il debito con derivati in testa a ciascun cittadino raggiunge mediamente i 1.400 euro con una perdita già quantificata di 11 euro.
I giocatori

Venezia, il comune guidato da Cacciari, ha sottoscritto due derivati: 85 milioni con Intesa e 40 milioni con Dexia Crediop. Lo strumento finanziario è servito per coprire un prestito obbligazionario ma la perdita è di 28 milioni. A fare i derivati ci si sono messe anche le controllate, fra cui il Casinò di Venezia che ci sta rimettendo circa 50mila euro. Restando in Veneto la magistratura contabile ha messo nel mirino anche le amministrazioni di Verona, Padova, Vittorio Veneto, Conegliano, Caposanpiero, Malo, Cittadella, Santa Maria di Sala e Fonzaso (Belluno). Tutte finite sotto inchiesta erariale per aver investito il denaro pubblico in strumenti finanziari particolarmente rischiosi. Sempre a proposito di indagini, scendendo in Toscana la Guardia di finanza di Firenze starebbe acquisendo documenti per un’indagine su «alte commissioni e abuso di tassi esageratamente alti» che coinvolge 8 banche e 11 comuni della provincia per derivati pari a 1,7 miliardi. Ma il paradosso lo si è visto proprio nel capoluogo: Leonardo Domenici come presidente dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani) ha dichiarato di recente che gli strumenti derivati nei bilanci dei Comuni non sono «fuori controllo» e il fenomeno «non è esplosivo», ma come sindaco di Firenze ha farcito i conti di Palazzo Vecchio con poco meno di un milione di euro di perdite da swap.

A Roma, invece, Veltroni ha lasciato in eredità al successore Alemanno 200 milioni in più di spese per l’ammortamento del debito a lungo termine che è stato sottoposto a un complesso maquillage finanziario, passando da 420 a 620 milioni di euro. Il Campidoglio dovrà inoltre continuare a pagare altissimi interessi per questi contratti derivati capestro fino al 2048. E ancora: se oggi il Comune di Taormina volesse uscire dai due contratti derivati proposti da Bnl dovrebbe versare all’istituto circa 200mila euro. Il Comune di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, ha poco più di 23mila abitanti ma per due contratti derivati firmati nel 2007 sta già perdendo oltre un milione. Nella top ten dei sindaci tossici la più inguaiata resta però la Moratti: la procura di Milano indaga da tempo per chiarire contratti in derivati per 1,6 miliardi che potrebbero comportare una perdita tra i 200 e i 300 milioni per Palazzo Marino.
Arriva lo tsunami

La bomba derivati corre il rischio di oltrepassare il ”confine” dei comuni. Operazioni finanziarie speculative e altamente pericolose, infatti, potrebbero essere state realizzate anche dagli enti previdenziali come Inps e Inpdap e dalle società partecipate dallo Stato. Ecco perché la Corte dei conti, nei prossimi mesi, passerà al setaccio i bilanci di enti e spa pubbliche per far emergere i buchi neri nei conti. La vera onda tossica deve ancora arrivare.