Marco Ansaldo, la Repubblica 20/3/2009, 20 marzo 2009
LA MOSCHEA E’ DONNA A ISTANBUL LA PRIMA TUTTA AL FEMMINILE
La grande sfera di metallo, innervata da un reticolo di mille pezzi argentati, si riflette nel tramonto di Istanbul. Un magico gioco di specchi che finisce per rimbalzare sul verde circostante. Bianchissimi, i due minareti appaiono sorprendentemente slanciati. Dalle volte strette gli altoparlanti sono pronti a dispiegare la preghiera del muezzin. L´altro ieri, dopo gli ultimi ritocchi sulla spianata, un ragazzo si è conficcato un chiodo in un piede e qualcuno ha biasimato gli operai. Ma i lavori sono ormai al termine. Ancora qualche giorno, e la grande moschea di Shakirin, la prima al mondo costruita da una donna, verrà inaugurata.
Zeynep Fadillioglu è un architetto già molto conosciuto. Una giovane signora bionda, simbolo di una delle grandi famiglie della Istanbul bene. Nella parte europea della città sono "suoi" alcuni alberghi a cinque stelle, oltre alla "Brasserie" del quartiere nobile di Nishantashi. Ma il suo pezzo celebre è senza dubbio il ristorante "Ulus 29", vista mozzafiato sul Bosforo, e un´insalata al prezzo di mezzo patrimonio.
Tutto lo studio di Zeynep Fadillioglu è composto da donne. E lei non nasconde l´orgoglio quando parla del suo ultimo gioiello: «Quando ho ricevuto l´offerta di costruire la moschea - dice - mi sono messa a piangere». Una committenza partita dalla facoltosa famiglia saudita Sakir, di stanza a Londra dove avevano apprezzato il ristorante Chintamani, specializzato in prelibati piatti della cucina turca, avviato nel 2002 proprio su consulenza dell´architetto Fadillioglu.
Ora ci troviamo però non nella Istanbul europea, ma dall´altra parte dello Stretto, in Asia, immersi in un grande quartiere commerciale, brulicante di attività e attraversato da un traffico composto. Una zona molto religiosa. Passeggiando nei dintorni svettano altri minareti, alcuni appartenenti a moschee storiche, come quella di Uskudar che si affaccia sull´acqua.
Ma sono gli interni di Shakirin a provocare uno shock visuale. Il sapiente mix di metallo e vetri, di disegni tradizionali e forme avanguardiste, ha il potere di stupire il visitatore. E qualche critico, affascinato dalla costruzione complessa - eppure leggera - della decoratrice turca, si è lanciato in paragoni assoluti citando addirittura Mimar Sinan, il geniale architetto autore dei gioielli imperiali di Istanbul, come la moschea di Solimano.
Dentro, la parte riservata alle donne è spaziosa. E la separazione con l´area maschile è meno netta. «A volte - spiega l´architetto Fadillioglu - ho notato che in alcune moschee la zona femminile può essere relegata non lontano dai bagni. Io invece volevo che nella mia moschea le donne si sentissero uguali agli uomini, e che non ci fossero differenze. Al tempo stesso non volevamo creare una costruzione troppo artificiosa, lontana dal pubblico. La gente ha voluto la moschea, e la moschea è qui per loro. Non è solo un oggetto d´arte. Deve essere la casa dove tutti si rifugiano».