Carola Uber, Chi, 25 marzo 2009, 25 marzo 2009
Lo stile maschile in tempo di crisi: è il tema che nei giorni scorsi ha visto dibattere, a distanza, Gad Lerner e Carlo Rossella
Lo stile maschile in tempo di crisi: è il tema che nei giorni scorsi ha visto dibattere, a distanza, Gad Lerner e Carlo Rossella. Ad accendere il dibattito tra i due giornalisti, non nuovi a battibecchi di natura modaiola (nel 2006 la disputa era su Clarks e Tod’s) è stata una pregiata sciarpa a pois che Rossella indossava in una foto apparsa sul mensile Prima comunicazione. E che gli è valsa un richiamo via sms, raccontato sulle pagine di Vanity Fair: «Carlo, è atroce quella foto, va oltre il limite. Bisognerà ripensare lo stile maschile al tempo della crisi». La risposta di Rossella? Una pubblica ammenda: «Ha ragione: questo dev’essere l’anno della sobrietà». E poi ha accettato di posare per Chi in un inedito look operista, mentre Gad Lerner ha accettato di fare il dandy per un giorno. Quali sono le regole di un’eleganza sobria? C. R. «La new sobrietà è fatta di charme. Si tratta di usare le cose che già possediamo, anche se lussuose, con meno esibizione. Il cappotto di cachemire, se lo abbiamo, mettiamolo ai funerali. Per andare in giro, invece, scegliamo cose anche chic, ma che non diano nell’occhio. Mai più mettere cose che ti fanno sembrare più di quello che sei: io, con quella sciarpa, sembravo miliardario, anche se non ho una lira». G. L. «L’unica raccomandazione che gli do è di non eccedere in senso opposto. Vederlo così conciato mi sembra un eccesso di automortificazione. Va bene la salopette, ma gessata alla Churchill…». Nei vostri armadi c’è una salopette? C. R. «Sì, ma mi è diventata larga, sembro una donna incinta, anzi, come canta Jannacci, ”un uomo incinto di quater mes con la sottana di stoffa ingles”». Lerner, dica la verità, c’è qualcosa che ruberebbe dal guardaroba di Rossella? G. L. «Sì, credo che lui possegga un cappotto di vicina andina che equivale a un hedge fund. Glielo ruberei per investimento… E perché è molto bello». C. R. «Io credo ruberebbe proprio quella sciarpa della foto, dono di Montezemolo. Ma gliela regalo io: l’ho già mandata in lavanderia. Così questo shatush a pois se lo mette a Positano, nelle sere in cui fa freddo!».