Giulia Cerasoli, Chi, 25 marzo 2009, 25 marzo 2009
Emanuele Filiberto di Savoia a Roma è ospite particolare del direttore dell’Accademia di Francia Frédéric Mitterand, alloggiando nei suoi appartamenti privati, al terzo piano di Villa Medici, nella celebre stanza turca ritratta da Balthus in uno dei dipinti più noti dell’artista francese
Emanuele Filiberto di Savoia a Roma è ospite particolare del direttore dell’Accademia di Francia Frédéric Mitterand, alloggiando nei suoi appartamenti privati, al terzo piano di Villa Medici, nella celebre stanza turca ritratta da Balthus in uno dei dipinti più noti dell’artista francese. Grazie a Ballando con le stelle, dal martedì al sabato è fisso nella capitale. Chi frequenta quando non è in sala prove? «Pochi amici. La vita notturna non mi interessa più. Vedo Ferdinando Brachetti Peretti e mia cugina Mafalda, Francesca Ferrone, Filippo Del Drago e Oddone Colonna… e lavoro». Potrebbe stabilirsi definitivamente in Italia? «Sì, lo vorrei. Da appena due settimane ho ottenuto la residenza a Umbertide, in Umbria, dove abbiamo un casale di campagna. Non sono più residente a Ginevra. Sono sempre più italiano e intenzionato a mettere radici». Sua moglie Clotilde però vive a Parigi con le due bambine e lì lavora. Come farete? «Clotilde ama molto l’Italia e ha sempre saputo che il mio progetto era di stabilirmi qui. Ora è impegnata a Parigi, ma tra due anni potrebbe trasferirsi… non c’è nulla di strano: siamo due giovani sposati, ma che lavorano e rispettano le esigenze l’uno dell’altra». Nessuna crisi allora fra voi? «Macché crisi. Sono innamorato e sessualmente molto attratto da mia moglie. Gli alti e bassi ci sono in tutte le coppie». Lei è un principe lavoratore. Di quanti soldi ha bisogno per vivere Emanuele Filiberto? «Devo essere sincero? Diecimila euro al mese. Paghiamo l’affitto della casa di Parigi. Le bimbe vanno alla scuola pubblica, ma abbiamo bisogno di una tata perché Clotilde lavora e io spesso sono assente. Poi c’è una cameriera a ore per le pulizie. Inoltre, pago il mutuo per il casale di Umbertide e una signora che viene ogni tanto. Il contadino che si occupa delle viti e dell’uliveto, invece, si prende in cambio parte del raccolto. Poi devo pagarmi viaggi e cibo. Gli abiti? Me li fornisce il sarto Borrelli. Le scarpe sono Tod’s». Abbandonerebbe il sogno politico per fare il conduttore tv? «Sto riflettendo. Ho un gruppo di lavoro che sta elaborando un programma valido per le Europee di giugno, ma, se non sarò pronto, sceglierò altro. In ogni caso voglio rendermi utile e fare qualcosa per il mio Paese». Un idealista. Chi stima in politica? «Baerlusconi, Fini e soprattutto Casini. Ha conservato la sua indipendenza, pur facendo delle scelte coerenti. Potrei schierarmi con lui. Ma devo vedere. Sono sicuro di essere adatto per rappresentare l’Italia in Europa. Parlo quattro lingue e ho ottimi rapporti internazionali, con case regnanti e capi di Stato. Amo il mio Paese, ma devo essere preparato». Viaggia low cost, ma ha sempre il sangue blu. Ci dice una cosa da principe? «Lo ripeto pure alle mie bambine: anche se sei un principe, devi sempre, sempre rispettare, prima di tutto, gli altri… Caspita, forse mi farò prete».