Wall Street Journal, 17 marzo 2009, 17 marzo 2009
Il governo che ha avviato il piano di stimolo economico più costoso rispetto al Pil, tra quelli dei paesi del G20, è la monarchia saudita
Il governo che ha avviato il piano di stimolo economico più costoso rispetto al Pil, tra quelli dei paesi del G20, è la monarchia saudita. Re Abdullah ha investito circa 20 miliardi di dollari, il 3,3% del prodotto interno lordo, per sostenere la crescita dell’Arabia Saudita. Il piano Usa vale il 2% del Pil. Secondo i dati ufficiali l’Arabia Saudita ha riserve in valuta estera da 350 miliardi di dollari, ma alcuni osservatori dicono che valgono molto di più e potrebbero essere le terze maggiori al mondo, dopo quelle di Cina e Giappone. Il Pil saudita dovrebbe crescere dello 0,8% quest’anno, contro il +4,3% previsto fino a qualche mese fa e il +5,5% del 2008. Potrebbe non essere abbastanza per migliorare le condizioni di vita dei 28 milioni di abitanti. Il reddito pro capite dei sauditi è legato strettamente al prezzo del petrolio: ha toccato un picco a 1.700 dollari nel 1981, è sceso fino ai 6.300 del 1998 ed è risalito a 12.000 l’anno scorso. Ma quest’anno sarà molto più basso. Oltre al pacchetto di stimolo la monarchia ha deciso di investire 400 miliardi di dollari in infrastrutture: centrali elettriche, impianti di desalinizzazione, decina di migliaia di scuole e cliniche. I conti pubblici, per la prima volta da 7 anni, chiuderanno con un deficit.