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 2009  marzo 13 Venerdì calendario

UN MAXI-ACQUARELLO CON L’ICONA DEL CROLLO COSTA 100MILA DOLLARI


Icona, capro espiatorio, numero. Bernand Madoff, il grande truffatore, è diventato questo e molto altro, invadendo cultura alta e bassa, nella Grande Mela come nel resto degli Stati Uniti. Qualche giorno fa il volto dell’uomo d’affari campeggiava da uno dei pezzi più interessanti in mostra al recente Armory Show, la fiera dell’arte ospitata ogni anno sulle rive dell’Hudson.
L’artista di origine cinese Yan Peri-Ming aveva preparato un enorme acquarello usando solo bianco, nero e grigio, per dipingere Madoff con sorriso impercettibile e occhi meditabondi. Iniziato e finito in un solo giorno, spiega l’artista, per ritrarre il «simbolo dell’economia in crisi, una specie di personalizzazione della speculazione selvaggia e senza controllo». Il dipinto può essere vostro per soli 100 mila dollari.
Ma troverà un acquirente? «Qualunque cosa può essere venduta in questo mondo», risponde il pittore. Sarà, ma quest’anno l’Armory Show non ha raccolto molti visitatori. Una delle poche opere di successo è firmata da Christine Hill, che in una finta farmacia, come la Lucy di Linus, ha dispensato «consigli e prescrizioni» in tempi di recessione. Per 20 dollari. L’artista ha incontrato molti insonni e amanti delusi, ma, stranamente, pochi concittadini con problemi di soldi.
Nonostante i recession discounts (-30% dalle etichette sulle opere d’arte), sembra che nessuno si sia fatto avanti per il ritratto di Madoff. Molti, invece, avrebbe voluto mettere le mani addosso al vero truffatore. «Avrebbero dovuto far pagare un dollaro per lanciare le freccette sul dipinto», scherza Brian Tepper, uno dei visitatori dell’Armory. Chris Cozel, suo amico, non si fermerebbe alle freccette: «Dovrebbero crocifiggerlo», dice. Virginia Dutton, altra visitatrice, si ispira alla body art e suggerisce di usare il sangue per dipingere.
Ieri un contentino è arrivato per le vittime accorse nella parte Sud di Manhattan per assistere al processo in tribunale. «Che soddisfazione sentire il click delle manette!», dice Miriam Siegman. «C’è gente che ha dovuto vendere la casa dopo aver perso tutto nei fondi di Madoff, e lui se ne è rimasto nel suo attico nell’Upper East Side!», si lamenta Richard Friedman.
La Fox, come la Cnn a tamburo battente sul multimiliardario finito dietro le sbarre, ha lanciato un sondaggio estemporaneo: che pena si merita il grande truffatore? Arrivate risposte dantesche: «Ergastolo con cuffie legate alle orecchie per ascoltare i racconti delle sue vittime, che hanno perso tutto», suggerisce uno spettatore.
Altri puntano il dito contro la Sec - il corrispettivo americano della Consob - sventolando un rapporto dell’ispettorato generale che accusa gli impiegati di passare il tempo sulla pornografia piuttosto che controllando le transazioni.
La rabbia dell’America con il portafoglio vuoto passa, temporaneamente, grazie a qualche battuta dei comici della notte. L’ultimo suggerimento è darsi al lotto, puntando sui numeri 61, 72, 70 e 54, che compongono la matricola di Mr. Bernard Lawrence Madoff al Metropolitan Correction Center.