Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  marzo 17 Martedì calendario

RATZINGER E IL RITORNO DELLA TONACA NIENTE CASUAL, L’ABITO FA IL PRETE


Clergyman e talare, le sartorie ecclesiastiche confermano: in auge il classico
La forma diventa sostanza: a iniziare dal corretto svolgimento della liturgia

L’abito fa il monaco, eccome! Dal 19 giugno prossimo per i dodici mesi seguenti Benedetto XVI ha proclamato l´«anno sacerdotale» per pungolare le varie istituzioni della Chiesa a curare la «perfezione spirituale» di parroci e preti.
Tre gli obiettivi indicati dal pontefice: la formazione sulla base degli insegnamenti del Concilio nell´ambito della tradizione secolare della Chiesa e una chiara riconoscibilità nella morale e nell´aspetto. Insomma, a parte le qualità intellettuali e spirituali, il sacerdote dovrà anche curare la propria visibilità in modo che nel fluire caotico della vita quotidiana si sappia subito identificare il rappresentante di Dio. Nelle giovani generazioni, sottolinea il Papa, è urgente recuperare quella «consapevolezza che spinge i sacerdoti a essere presenti, identificabili e riconoscibili sia per il giudizio di fede, sia per le virtù personali sia anche per l´abito».
In altre parole, niente sciatteria nel vestire, niente mimetismo con l´abbigliamento casual di un qualsiasi altro cittadino, niente abbandono di quelli che sono le uniformi del prete: la tonaca e il clergyman.
«Con il nuovo Papa - spiegano alla sartoria ecclesiastica Bardiconi nel centro storico di Roma - si era già notato un certo ritorno al classico e un calo dell´abbigliamento casual». Certamente le nuove indicazioni papali spingeranno le autorità ecclesiastiche a controllare maggiormente l´esercito dei sacerdoti.
Specialmente per quanto riguarda le giovani leve di preti «molto dipende dai rettori dei seminari». Non ha dubbi in proposito il titolare della ditta Mastranzo di Napoli: è importante inculcare da subito la cura del vestire. «Un trenta per cento veste da cafoni - racconta - e non bada nemmeno ai colori dell´abbigliamento». Un quaranta per cento dei sacerdoti, invece, usa correttamente il clergyman e un terzo circa indossa la talare. Ci sono segnali di novità? « in aumento il trend a favore della tonaca», rispondono alla Mastranzo.
Difficile fare i conti in tasca alle sartorie ecclesiastiche. Clergyman e talare non sono acquisti soggetti alle mode. Però in genere - dicono da Bardiconi a Roma - si hanno maggiori acquisti di tonache verso Pasqua e Natale, in occasione delle grandi festività». In compenso la talare è uno di quegli acquisti - come l´abito importante - che poi durano negli anni. «Anche venti», assicurano i venditori.
Nelle università pontificie si avvertono preferenze a seconda degli ordini o delle istituzioni che le dirigono. Va il più il clergyman tra i gesuiti della Gregoriana o i professori della Lateranense, l´ateneo papale, mentre Opus Dei e Legionari di Cristo amano maggiormente la classica tonaca.
In ogni caso, nella visione di papa Ratzinger la forma «è» sostanza. Perciò insiste sul corretto svolgimento della liturgia, perciò ha ripristinato la comunione in ginocchio nelle messe papali e ora esige da ogni prete un abbigliamento immediatamente riconoscibile.
Tuttavia, se l´Anno sacerdotale che si concluderà nel 2010 dovrà portare frutti, il Vaticano dovrà pure affrontare il problema cruciale della scarsità di preti. I piccoli aumenti di vocazioni non compensano la crescita della popolazione di fedeli e l´aumento drammatico dell´età media del clero. Ci sono comunità cattoliche nel Terzo mondo che celebrano messa con il sacerdote solo una volta ogni mese, se non una volta ogni tre. E nel Nord Europa crescono le parrocchie affidate a guide pastorali laiche. Cioè a semplici fedeli o a suore che fanno da «coordinatori pastorali».
L´abito impeccabile farà pure il monaco, ma non assicura il turn-over. Prima o poi bisognerà tornare a parlare di clero sposato e di sacerdozio femminile.