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 2009  marzo 17 Martedì calendario

NON CI SONO PIU’ LE SIGNORE DI UNA VOLTA


E pensare che sono stati gli anglosassoni a convincere l’Europa che definire qualcuno «verticalmente svantaggiato» fosse politicamente più corretto di giudicarlo «basso di statura». A quasi vent’anni dalla prima «neutralizzazzione» del linguaggio lanciata da alcune università Usa, l’allievo supera il maestro e dichiara guerra agli ultimi residui di maschilismo idiomatico. Bruxelles non permetterà più che un’europarlamentare venga qualificata come Mrs o Miss, signora o signorina, connotazione sessista offensiva per i puristi dell’uguaglianza lessicologica. D’ora in poi, stabilisce l’opuscolo «Gender-Neutral Language» distribuito nella capitale belga, lettere, raccomandate e inviti indirizzati alle deputate dovranno indicare solo nome e cognome del destinatario. Bando a Mrs e Miss, ma anche a Madame e Mademoiselle, Frau e Fraulein, Senora e Senorita. Potrà sembrare scortese, ma la parità tra maschio e femmina è assicurata.
«Andando avanti di questo passo gli sciocchi di Bruxelles non avranno più limiti: dopo aver censurato lo status coniugale, proscriveranno le parole "uomo" e "donna", spiegando che sono scivolose in quanto specificano il genere», sibila il «Daily Telegraph», intitolando «Vive la Différence». Madame Bovary sarebbe stata altrettanto intrigante se l’avessimo conosciuta come Emma Bovary? La domanda è una provocazione e uno scatto d’orgoglio nazionalista, perchè a cadere sotto la mannaia del politicamente corretto non sono solo qualche Fraulein e Senorita, ma molti termini in inglese.
I comandamenti di «Gender-Neutral Language» stabiliscono, per esempio, che gli sportsmen, sportivi, siano chiamati athlets, atleti. Che invece di statesmen, gli statisti vengano definiti political leaders. E che l’espressione man-made, fatto dall’uomo, sia sostituita con synthetic o con artificial.
Il problema è il man, l’uomo. Quello che sembra un assioma da manuale transgender è la nuova filosofia del linguaggio comunitario. Il passaggio dall’era del «neutro maschile» a quella dell’«idioma sessuato» manda in pensione una valanga di lavoratori e lavoratrici. L’opuscolo cassa una lista di parole che descrivono professioni: fireman (pompiere), air hostess (la coda femminile «ess» è considerata discriminatoria), headmaster (preside), policeman (poliziotto), salesman (commesso), manageress (manager donna), cinema usherette (maschera del cinema, donna), male nurse (infermiere). Al loro posto, sofisticate perifrasi.
Gli anglofoni si difendono. «Le istituzioni europee hanno già provato a mettere al bando le cornamuse e plasmare le banane, ora sono determinate a dirci quali parole siamo legittimati a utilizzare», commenta l’europarlamentare Struan Stevenson, un conservatore scozzese. In compenso, ma solo per un po’, sarà autorizzato a servirsi di waiter e waitress, cameriere e cameriera, perchè «non è stato ancora proposto alcun termine gender-neutral». Va a sapere che non lo trovino gli anglosassoni.