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 2009  marzo 15 Domenica calendario

BOMBARDIERI RUSSI A CUBA E IN VENEZUELA


Il cammino del Venezuela "chavista" vuole assomigliare sempre di più a quello cubano degli anni Sessanta e il presidente, mentre minaccia nuovi espropri per tutte le aziende produttrici di alimenti che non si adeguano ai prezzi calmierati dallo Stato, cerca la protezione strategico-militare della Russia di Medvedev e Putin. C´è tanta nostalgia del mondo così com´era prima dell´Ottantanove nel Palazzo di Miraflores a Caracas. A meno di due settimane dal previsto vertice tra Obama e il presidente russo Medvedev e mentre il brasiliano Lula entrava, primo leader latinoamericano, nella Stanza Ovale della Casa Bianca, il capo di Stato maggiore dell´aviazione russa, Anatoly Zhikharev, annunciava l´offerta venezuelana di usare la base militare dell´isola de La Orchilla per lo scalo e il rifornimento dei bombardieri atomici russi Tu-160. Anche se Alexei Pavlov, funzionario del Cremlino, parla solo di «un´ipotesi, di una possibilità tecnica». Stessa cosa, se il governo di Raul Castro darà il via libera, Mosca pensa di fare con Cuba.
Zhikharev, che nel settembre dell´anno scorso guidò la prima missione di collaborazione militare fra i due paesi, ha spiegato che Chavez ha proposto al Cremlino «la possibilità di realizzare in modo regolare voli della sua aviazione strategica», per il pattugliamento dei Caraibi, «in Venezuela». Zhikharev ha visitato l´aeroporto della base di La Orchila e con «una piccola ristrutturazione» (bisogna allungare la pista) sarà possibile garantire l´atterraggio e il decollo dei T-160, gli aerei da guerra più grandi del mondo. All´epoca delle manovre congiunte russo-venezuelane, il Pentagono non diede molta importanza alla faccenda ma una presenza regolare dei bombardieri russi nell´area dei Caraibi, tra il Venezuela e Cuba, ha ben altro significato ed ha tutto il sapore di una sfida strategica al presidente Obama. E mesi fa, un alto ufficiale americano, il generale Schwartz, aveva messo in guardia in Cremlino sostenendo che una presenza stabile dei T-160 nei Caraibi avrebbe costretto Washington a rispondere con fermezza.
Escluso il Brasile, che compra in Francia, molti governi dell´America Latina guardano a Mosca per i loro rifornimenti di armi e tecnologia militare. Anche l´argentina Cristina Kirchner, il boliviano Morales, il nicaraguense Ortega, il cubano Raul Castro, si sono recati recentemente in Russia. Mosca, per vendere armi, ha interesse ad essere presente fisicamente nell´area con una parte dei suoi 15 o 16 T-160, mentre Chavez, che inizia ad essere in difficoltà per il basso costo del petrolio, è sempre più ansioso di protezione. Al di là di una possibile pretattica russa verso il vertice fra Obama e Medvedev, non è un caso che l´annuncio coincida con la visita del presidente brasiliano alla Casa Bianca. Brasile e Venezuela non sono alleati ma concorrenti in questa circostanza visto che nell´agenda di Lula c´è anche il desiderio di convicere gli Usa a comprare più petrolio dalla sua Petrobras piuttosto che dalla Pdvsa venezuelana.