Alessandro Gnocchi, Libero 14/3/2009, 14 marzo 2009
UNO STREGA FA LITIGARE MONDADORI E RIZZOLI
Premio Strega vuol dire ogni anno la stessa manfrina: vincitore annunciato e relativo antagonista vero o di cartapesta, grandi editori impegnati a farsi qualche dispetto, piccoli editori infuriati «perché siamo esclusi in partenza», direzione della kermesse pronto a lanciare una «operazione trasparenza».
Quest’anno il vincitore annunciato è Daniele Del Giudice, scuderia Einaudi, gruppo Mondadori, fresco autore di Orizzonte mobile. Alcuni ”Amici della domenica”, che poi sarebbero i 400 giurati che votano, sostengono che il nome è saltato fuori con colossale anticipo (50 giorni prima delle candidature ufficiali e mesi prima dell’assegnazione in luglio) per bruciarlo. L’antagonista potrebbe essere Antonio Scurati con Il bambino che sognava la fine del mondo (Bompiani, gruppo Rizzoli; esce il 18 marzo). Il condizionale è d’obbligo. Bompiani non manda un autore di punta come Scurati a fare da contorno in una competizione persa in partenza.
L’anno scorso accadde più o meno la stessa cosa ma a parti invertite. Ermanno Rea, scuderia Rizzoli, mesi prima della proclamazione, era dato per favorito da tutti, perfino da Paolo Giordano, scuderia Mondadori, che poi ha vinto. Ora la rivalità Mondadori / Rizzoli si ripropone. Segrate ha allungato troppo le mani sul Premio (ha vinto per due volte di fila, questa sarebbe la terza). Il Corriere della Sera (gruppo Rizzoli) segue con grande attenzione le sorti del premio, tanto che Tullio De Mauro, capo della manifestazione, si è visto quasi costretto a varare l’operazione trasparenza, cioè una serie di misure per evitare accordi sottobanco. Nel frattempo i piccoli editori si sono indignati «perché siamo esclusi in partenza». Ecco una piccola storia del premio, tratta dalle agenzie di stampa degli ultimi dieci anni, per vedere cosa c’è di nuovo e cosa si ripete immutabile.
Anno 1999. Il Secolo d’Italia, a firma di Renato Besana, oggi a Libero, annuncia con circa tre mesi d’anticipo il nome della vincitrice: Dacia Maraini con Buio (Rizzoli). Anna Maria Rimoaldi, deus ex machina della manifestazione, lancia l’«operazione trasparenza contro le polemiche». Proteste dei piccoli editori. Vince Dacia Maraini.
Anno 2000. Il vincitore annunciato, con quattro mesi d’anticipo, è Fosco Maraini (Case, amori, universi, Mondadori). Qualcuno chiede come mai in questo premio non sia prevista la presenza di un notaio. Scatta l’«operazione trasparenza on line per dimostrare che il premio non è una pastetta» lanciata da Anna Maria Rimoaldi. Si apprende che nel comitato scientifico della Fondazione Bellonci c’è Ernesto Ferrero, anch’egli in gara con N. (Einaudi, gruppo Mondadori, lo stesso di Maraini). Proteste dei piccoli editori. Vince Ernesto Ferrero.
Anno 2001. Iniziano anni di lottizzazione tranquilla. Un po’ a Rizzoli, un po’ a Mondadori, un po’ meno a Feltrinelli. Vincenzo Cerami (Fantasmi, Einaudi) viene lanciato in anticipo e ci rimette le penne a vantaggio di Domenico Starnone (Via gemito, Feltrinelli). Titolo d’agenzia: «Tutto come previsto da giorni».
Anno 2002. Anna Maria Rimoaldi dice prima della votazione: «La gara per la conquista del premio è ristretta a due soli concorrenti della cinquina». Uno è Margaret Mazzantini, vincitrice annunciata da settimane. I piccoli editori protestano e parlano di «sabotaggio». Vince la Mazzantini con Non ti muovere (Mondadori).
Anno 2003. Melania Mazzucco (Vita, Rizzoli) è data per vincitrice sicura già tre mesi prima della finale. Proteste dei piccoli editori. Vince la Mazzucco.
Anno 2004. Tocca di nuovo a Mondadori. Vince, con tre mesi d’anticipo, Ugo Riccarelli (Il dolore perfetto). Proteste dei piccoli editori. Titolo d’agenzia: «Riccarelli vincitore annunciato».
Anno 2005. Da mesi si fa il nome di Maurizio Maggiani, anche perché Feltrinelli ha saltato un turno. Proteste dei piccoli editori. In luglio vince Il viaggiatore notturno di Maggiani.
Anno 2006. così chiaro che vincerà Sandro Veronesi con Caos Calmo (Bompiani, gruppo Rizzoli) che Anna Maria Rimoaldi lancia un’operazione trasparenza contro se stessa e rilascia un’intervista a Repubblica in cui dice: «Non è vero che faccio il tifo per Veronesi». I piccoli editori protestano. Vince Sandro Veronesi.
Anno 2007. Anno moscio. Deve vincere Mondadori. Niccolò Ammaniti non ha concorrenti, il successo è scontato. Proteste dei piccoli editori. Vince Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti.
Anno 2008. Il nuovo presidente è Tullio De Mauro, l’ingranaggio si inceppa, forse il noto linguista non controlla davvero il pacchetto di voti che dice di aver ereditato dalla Rimoaldi, e che veniva utilizzato per lottizzare il Premio con ”equità”. Toccherebbe a Ermanno Rea (Napoli ferrovia, Rizzoli) invece trionfa Paolo Giordano, con La solitudine dei numeri primi (Mondadori). Commento del Corriere della Sera (gruppo Rizzoli): «Saltato l’equilibrio, la Mondadori ha avuto buon gioco».
Anno 2009. L’operazione trasparenza è stata lanciata: riuscirà a ristabilire l’ordine, cioè a far perdere Mondadori? Suspense (si fa per dire).