Franco Foresta Martin, Corriere della Sera 15/03/2009, 15 marzo 2009
Milioni di esemplari di animali in difficoltà e destinati a morire se, come ormai sembra, l’aumento delle temperature globali non si fermerà all’attuale livello di +1˚, ma supererà i +2˚o +3˚ gradi entro la fine del secolo, sconvolgendo gli ecosistemi più fragili
Milioni di esemplari di animali in difficoltà e destinati a morire se, come ormai sembra, l’aumento delle temperature globali non si fermerà all’attuale livello di +1˚, ma supererà i +2˚o +3˚ gradi entro la fine del secolo, sconvolgendo gli ecosistemi più fragili. L’ennesimo allarme arriva contemporaneamente da due fonti: uno studio del Wwf per valutare gli impatti dei cambiamenti climatici sulle specie più conosciute e la conferenza che si è tenuta a Copenhagen, a conclusione della quale un documento firmato da decine di scienziati ammonisce: «Si evidenzia un accresciuto rischio di cambiamenti climatici bruschi e irreversibili ». Al primo posto fra le specie minacciate i coralli della Grande Barriera, la formazione che si estende per oltre 2.500 km al largo dell’Australia Nord-Orientale: per il 90% di essi l’estinzione potrebbe arrivare entro il 2050. Subito dopo, i pinguini, i piccoli uccelli antropomorfi umanizzati dalla voce di Fiorello nel film che ne descrive le estenuanti marce: il 75% degli Adelia potrebbe scomparire più o meno nello stesso periodo. Diminuiscono gli spazi delle mangrovie dove vivono le tigri delle isole Sunderbans, fra l’India e il Bangladesh, ridotte nell’ultimo secolo a soli 4.000 esemplari. Ora, per l’innalzamento del livello del mare le Sunderbans rischiano di essere sommerse. E si assottigliano anche le risorse alimentari marine a causa dello stravolgimento delle correnti oceaniche, della riduzione della banchisa antartica e dell’acidificazione degli oceani. Gli effetti dei cambiamenti climatici si potenziano, assicura lo studio del Wwf, creando un mix di sofferenze che aggredisce le dieci specie simbolo della biodiversità: l’orso polare, i pinguini, l’elefante africano, le tartarughe marine, le tigri delle paludi del Sunderbans, balene e i delfini, oranghi, albatros, canguri e barriere coralline. E per sensibilizzare popolazioni e governi ad agire e limitare i gas serra, alle 20.30 del 28 marzo scatterà l’Earth Hour, una simbolica ora al buio in tutto il pianeta. Franco Foresta Martin