Renato Mannheimer, Corriere della Sera 15/03/2009, 15 marzo 2009
Il nuovo segretario del Pd, Dario Franceschini, in carica da poche settimane, ha subito mostrato di voler ribaltare la situazione di difficoltà in cui il suo partito versa da qualche tempo
Il nuovo segretario del Pd, Dario Franceschini, in carica da poche settimane, ha subito mostrato di voler ribaltare la situazione di difficoltà in cui il suo partito versa da qualche tempo. In particolare, ha iniziato il suo operato lanciando una serie di proposte, comunicativamente semplici e concrete, volte a conquistare quei settori di elettorato che, di recente, si sono dimostrati «delusi» dal Pd e che, nei sondaggi sulle intenzioni di voto, oggi esprimono spesso il desiderio di rifugiarsi nell’astensione. Qual è, alla luce di queste iniziative il giudizio degli italiani – e, specialmente, del "popolo" di centrosinistra’ su Franceschini? Sul piano personale, la stima è condivisa. La maggioranza della popolazione (48% contro il 34% di parere opposto) gli attribuisce «carisma» tale da renderlo un vero leader. Ma sul piano politico i giudizi sono difformi. Tra i votanti attuali per il Pd, il successo appare notevole: Franceschini ottiene il plauso del 76%, che lo considera molto o abbastanza adeguato a svolgere le funzioni di segretario. E’ vero che grossomodo un quinto di chi oggi dichiara di voler comunque votare per il Pd lo critica: ma si tratta di una quota di dissenso assai inferiore a quella registrata a suo tempo per Veltroni tra i suoi elettori. Due terzi dei quali sono convinti, al contrario, che «Franceschini lavorerà in modo molto diverso dal suo predecessore». Di qui l’idea che, grazie al nuovo segretario, il Pd accrescerà presto i suoi consensi: lo sostiene – e lo auspica – addirittura il 72% degli elettori attuali del partito. Spostandosi tuttavia al di fuori della cerchia di chi già oggi vota per il Pd e sondando gli atteggiamenti del mercato potenziale, il quadro, pur restando spesso positivo per Franceschini, risulta meno entusiastico. Se si considera l’insieme di chi si definisce di sinistra/centrosinistra, al di là del voto attuale per il Pd (vale a dire quello che possiamo definire il mercato potenziale), si rileva come «solo» il 52% definisca il neosegretario adeguato alla sua funzione. E come quasi il 40% è del parere che il suo stile di leadership non si distaccherà molto dal suo predecessore. Tanto che, riguardo alle prospettive di successo elettorale, i votanti potenziali del Pd si dividono esattamente a metà tra ottimisti e pessimisti. Se poi si osserva la popolazione nel suo insieme, compresi anche gli elettori del centrodestra, si rileva ovviamente un atteggiamento ancora più critico: tra tutti gli italiani è solo il 31% a ritenere che Franceschini sia adeguato al suo ruolo. Nell’insieme, questi dati indicano che il neosegretario è riuscito sino ad oggi a mobilitare in larga misura il proprio elettorato attuale. Ma, che, al tempo stesso, non ha ancora suscitato un vero entusiasmo nei suoi votanti potenziali e non ha di conseguenza sin qui conquistato i loro consensi. Le prossime settimane ci diranno se il lavoro iniziato potrà portare o meno a dei risultati concreti in termini di voti alle elezioni, in vista delle decisive consultazioni europee ed amministrative.