Ugo Bertone, 14/3/2009 Borse & Finanza, 14 marzo 2009
Lord John Maynard Keynes, snob di Bloomsbury che perse valanghe di soldi in Borsa negli anni ruggenti ma che, capace com’era di maneggiare le tragedie della storia (la moglie, Lydia lopokova, era una famosa ballerina russa sfuggita al terrore di Stalin), si costruì un’invidiabile fortuna proprio nei listini degli anni Trenta, così volatili, mai noiosi
Lord John Maynard Keynes, snob di Bloomsbury che perse valanghe di soldi in Borsa negli anni ruggenti ma che, capace com’era di maneggiare le tragedie della storia (la moglie, Lydia lopokova, era una famosa ballerina russa sfuggita al terrore di Stalin), si costruì un’invidiabile fortuna proprio nei listini degli anni Trenta, così volatili, mai noiosi. E capaci di offrire più opportunità di quanto non si creda. vero, ad esempio, che per rivedere i prezzi del 3 settembre ’29 fu necessario aspettare il 23 novembre del 1954 (25 anni, cioè il rischio è di pazientare fino al 2032 per festeggiare...). Ma, come ci spiega il professor Jeremy Siegel, se si tiene conto dei dividendi, schizzati a due cifre, e della deflazione il traguardo venne raggiunto già nel ’36. Lo stesso Siegel ci informa che, dal gennaio del ’31 al 36’ le azioni resero un buon 7% al netto dell’inflazione, nonostante il crollo del maggio ’31 (-30,7%). Certo, ci voleva la sfera di cristallo per entrare su listino a fine 1930, a sedici mesi dai massimi dell’agosto ’29. E nervi d’acciaio per reggere un crollo del 60% nei cinque mesi successivi (per giunta dopo una precedente perdita del 50%). Ma i pochi che tennero duro a metà ’33 guadagnavano a due cifre. A proposito, l’Orso a Wall Street ha compiuto 16 mesi.