Alessandra Farkas, Corriere della Sera 13/3/2009, 13 marzo 2009
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK – «Madoff è un’icona. Il simbolo di tutti i peccati commessi da Wall Street negli ultimi anni. L’America infierisce contro di lui come scorciatoia per punire tutti i finanzieri criminali che hanno ridotto il paese sul lastrico ». Parla Jay McInerney, il 54enne autore di Le mille luci di New York, uno dei grandi interpreti degli eccessi e dell’avidità degli anni 80.
Una sorta di capro espiatorio insomma?
«Proprio così. Da una parte perché è lui il ladro più disonesto e truffatore di tutti, dall’altra perché il suo cosiddetto Schema Ponzi è facilissimo da capire. Gli altri criminali di Wall Street sono accusati di malefatte ben più complesse e nessuno ha capito come siano riusciti a distruggere le banche, rapinando gli investitori ».
A quali criminali si riferisce in particolare?
«Ai dirigenti di AIG e a John Thain di Merrill Lynch che ha elargito milioni di dollari in bonus prima di vendere la compagnia alla Bank of America».
E’ sorpreso dal rancore nei confronti di Madoff?
«E’ la vendetta catartica di un’America in recessione profonda. Tutti ne sono stati colpiti e il risentimento popolare oggi è verso Wall Street, patria dei ricchi. Stiamo assistendo alla nascita di un conflitto di classe molto simile a quello che esiste da sempre in Europa».
In che senso?
«In America, storicamente, sono i bianchi più poveri a votare a destra. Il mito della middle class cui prima o poi tutti possono aspirare, non era stato intaccato neppure durante i peggiori momenti dell’era Bush. Oggi è in atto una vera e propria rivoluzione, senza precedenti nel nostro paese ».
Come lo spiega?
«E’ colpa della recessione. Mi creda quando le dico che non ho mai visto una simile rabbia populista in tutta la mia vita. All’improvviso tutti sono poveri e hanno bisogno di biasimare qualcuno. Il ricco oggi è il nuovo cattivo».
Esistono paralleli tra Bernard Madoff e Gordon Gekko di Wall Street?
«Il protagonista del film di Oliver Stone era un personaggio molto teatrale e flamboyant che amava le donne, le auto da corsa e il rischio. Madoff al contrario è un individuo grigio, insignificante e noioso. Indossa pessimi abiti scuri, non sorride mai, non alza mai la voce, non frequenta amanti né possiede Ferrari rosse. Il suo unico eccesso nella vita è rubar soldi. Quest’insospettabile identikit è il vero motivo del suo successo».
I Gordon Gekko non esistono più a Wall Street?
«Gekko si ispirava a due mega-truffatori degli anni 80, Ivan Boesky e Michael Milken, poi finiti dentro. Il Gekko di oggi è Ronan Perelman che frequenta solo attrici ed organizza party da Mille e una Notte».
Com’è cambiata Wall Street rispetto agli anni 80?
«Direi che gli eccessi oggi superano di gran lunga quelli degli anni 80, perché ci sono molti più soldi. Allora si ragionava in decine di milioni di dollari, oggi in decine di miliardi».
Il futuro di Wall Street?
«"Profetizzo che sarà identico al suo passato. Perché, come dice Gekko nel film, "l’avidità è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità in tutte le sue forme chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo’". Quello, mi creda, è ancora oggi il suo motto».
Alessandra Farkas