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 2009  marzo 13 Venerdì calendario

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

NEW YORK – Quando il giudice Denny Chin gli ha negato la proroga degli arresti domiciliari, annunciando la sua decisione di spedirlo subito in prigione, l’aula del tribunale di Manhattan gremita di risparmiatori truffati è esplosa in un’ incontenibile ovazione. All’ esterno migliaia di reporter spedivano la breaking news intorno al globo in una babele di lingue spesso inintelligibili.
«Il finanziere Bernard Madoff si è dichiarato colpevole degli 11 capi d’accusa per la maxifrode da 50 miliardi di dollari. Rischia una condanna fino a 150 anni di carcere», annunciava il teleprompter sul grattacielo di Time Square ad una Manhattan in fibrillazione che da mesi non riesce a parlare d’altro. Si è conclusa così, con un rito di catarsi anti-crisi collettivo, la più colossale frode della storia di Wall Street. Una frode durata oltre venti anni, che ha ridotto sul lastrico migliaia di investitori, dal premio Nobel per la pace Elie Wiesel a René-Thierry Madon de Villehuchet, il dirigente francese, poi suicidatosi.
In attesa della sentenza prevista il 16 giugno, il 70enne Madoff dividerà per i prossimi tre mesi una cella di cinque metri quadrati con un altro detenuto nel Metropolitan Correctional Center, il penitenziario affollato di omicidi, stupratori e terroristi. Ma prima di indossare l’uniforme marrone del carcerato, il finanziere ha voluto fare mea culpa.
«Sono molto grato dell’opportunità che mi viene offerta di commentare pubblicamente i miei crimini, di cui mi vergogno profondamente», ha spiegato Madoff, abito grigio sopra il giubbotto anti-proiettile a causa delle innumerevoli minacce di morte. «Con il passare degli anni ho capito che questo giorno in tribunale era diventato inevitabile», ha proseguito, «Pensavo che ne sarei uscito presto, che sarei stato in grado di districare me e i miei clienti, ma non è stato possibile ». Lo scandalo ha aperto un infuocato dibattito all’interno della comunità ebraica americana. «Quattrocento anni dopo Il mercante di Venezia di Shakespeare, la figura dell’avido usuraio ebreo senza coscienza è stata riesumata», scrive il sito web realjews.com. Secondo lo scrittore Nathan Englander, Madoff ha finito per «rinfocolare gli stereotipi anti semiti».
A. Fark.